Definizione
L’ipertensione arteriosa è un quadro clinico caratterizzato da elevati valori di pressione arteriosa a riposo, misurati in diversi momenti della giornata al di sopra dei valori di normalità (>140 mmHg di pressione sistolica e >90 mmHg di pressione diastolica).
È stata stimata una prevalenza di circa il 30-45% nella popolazione occidentale adulta, in aumento nelle popolazioni anziane, in cui raggiunge valori >60%. Interessa entrambi i sessi e nelle donne è più rappresentata nel periodo post-menopausa.
Si definisce ipertensione arteriosa sistolica un aumento isolato della pressione sistolica (“massima”); al contrario, nell’ipertensione diastolica, sono alterati i valori della pressione diastolica (“minima”). Si definisce ipertensione sisto-diastolica la condizione in cui entrambi i valori di pressione (minima e massima) sono superiori alla norma.
Una pronta diagnosi dell’ipertensione arteriosa è fondamentale al fine di avviare una corretta cura; la persistenza di questa condizione patologica, specialmente se protratta negli anni, determina un aumento del rischio di disturbi cardiovascolari (infarto miocardico acuto, ictus ischemico, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale) e non cardiovascolari (insufficienza renale cronica, peggioramento della vista), ed in generale della mortalità.
Cause
Fisiologicamente, i valori di pressione arteriosa sono influenzati dalla gittata cardiaca, ossia dalla quantità di sangue immessa nel circolo arterioso per ogni contrazione cardiaca, e dalle resistenze delle arterie al flusso del sangue. L’invecchiamento, soprattutto se associato a fattori di rischio quali il fumo, una dieta ricca di grassi, uno stile di vita sedentario o sottoposto a stress emozionali, determina un aumento della rigidità del sistema arterioso, con conseguente aumento della pressione arteriosa. In questi casi si parla di ipertensione primitiva (o essenziale), tipica della popolazione anziana, che ne rappresenta la causa più frequente (circa il 95% dei casi). Nel restante 5% dei casi, l’ipertensione è secondaria a patologie extracardiache, di cui le più più frequenti sono i disturbi renali, i disturbi del sistema endocrino (che coinvolgono i surreni o la tiroide) o la sindrome delle apnee notturne. In questi casi, l’individuazione della causa è fondamentale poiché ne permette una corretta gestione e cura.
Sintomi
L’ipertensione arteriosa spesso non si accompagna alla comparsa di sintomi; in particolare, se avviene in modo non improvviso, l’organismo si abitua a valori costantemente alti di pressione arteriosa, per cui la diagnosi può essere tardiva.
I sintomi più comuni, quando presenti, sono tipicamente non specifici:
- Mal di testa pulsante, specie al mattino, a volte localizzato posteriormente nella testa
- Capogiri e vertigini
- Ronzii nelle orecchie (acufeni, tinniti)
- Alterazioni della vista
- Perdite di sangue dal naso (epistassi)
Nei casi di ipertensione secondaria, a questi sintomi si associano disturbi specifici della patologia sottostante, che aiutano il medico a indirizzare la diagnosi corretta.
Diagnosi e Terapia
Al fine di porre una corretta diagnosi di ipertensione arteriosa, è fondamentale essere sottoposti periodicamente a controllo della pressione arteriosa in diversi momenti della giornata, in particolare nella popolazione anziana ed a rischio più elevato. Possono essere utilizzati, su prescrizione medica, apparecchi di misurazione della pressione arteriosa automatica a casa o si può ricorrere ad esami ambulatoriali con misurazione della pressione arteriosa delle 24 ore secondo il metodo Holter.
Una volta posta la diagnosi, è fondamentale sottoporsi ad esami di stadiazione che permettano di identificare l’eventuale presenza di danno di organo a livello dei vasi, del cuore o dei reni, aiutando il medico nella definizione del profilo di rischio cardiovascolare specifico del paziente e nella scelta della terapia anti-ipertensiva più adatta.
Per il trattamento, è fondamentale innanzitutto la correzione dello stile di vita: un’attività fisica aerobica regolare, associata all’abbandono di abitudini nocive, quali il fumo e il consumo eccessivo di alcoolici, e ad una dieta corretta ed equilibrata povera di sale, permettono il miglioramento dei valori di pressione e la riduzione del rischio di eventi cardiovascolari.
Se la correzione delle abitudini di vita non fosse sufficiente, è necessario intraprendere una terapia farmacologica cronica, il cui scopo è la normalizzazione della pressione arteriosa. Vi sono diversi farmaci a disposizione e talvolta può essere necessaria l’assunzione contemporanea di più tipologie di farmaci, su prescrizione medica.
I principali farmaci anti-ipertensivi sono:
- ACE inibitori
- Antagonisti del recettore per l’angiotensina II (detti anche sartani)
- Calcio antagonisti
- Diuretici
- Alfa- e beta-bloccanti.
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