L’insonnia viene definita come una difficoltà persistente riguardo inizio, durata e qualità del sonno; chi ne è affetto può lamentare difficoltà nell’addormentamento o nel riprendere sonno una volta risvegliati di notte, con conseguente sonno non ristoratore con impatto sulla qualità di vita diurna. Si definiscono tipicamente due tipologie di disturbo, una a breve termine e una cronica, classificate in base alla durata: la prima intercorre per meno di tre mesi; la seconda presenta sintomi per almeno tre giorni a settimana in tre mesi consecutivi. Nella popolazione anziana la tipologia più comune riguarda l’insonnia di mantenimento, con difficoltà a rimanere addormentati dopo aver iniziato il sonno.
L’insonnia interessa dal 19 al 50 % della popolazione adulta, si associa abitualmente a condizioni di salute peggiori, mancanza di vita sociale ed è più comune nelle donne rispetto agli uomini, peggiorando clinicamente in correlazione a cambi ormonali, come in corso di mestruazioni, gravidanza e in post-menopausa.
Cause
Tipicamente, nell’insonnia a breve termine (cioè acuta o occasionale) si riconosce una causa stressante; con la sua risoluzione si assiste a una regressione della sintomatologia, anche se, in alcuni casi, si può avere una cronicizzazione della condizione. Altre condizioni che si associano a questo tipo di insonnia sono legate ad alterazioni del ritmo circadiano correlato a jet-lag oppure a turni lavorativi irregolari con alternanza di turni diurni e notturni.
L’insonnia cronica, invece, può essere tipicamente associata a tre tipologie di fattori:
- assunzione di sostanze che agiscono sul sonno come alcool, caffeina o nicotina, ma anche farmaci utilizzati a scopo dimagrante o farmaci utilizzati per alleviare i sintomi del raffreddore
- patologie quali patologie cardiache, polmonari o neurologiche
- disturbi comportamentali e di salute mentale
Sintomi
La sintomatologia si caratterizza per: difficoltà nel prendere e/o mantenere il sonno, risveglio precoce rispetto a quanto pianificato e mancata sensazione di sonno al momento di coricarsi. A tutto questo si associa, durante il giorno, malessere, stanchezza, difficoltà a mantenere la concentrazione, disturbi della memoria, irritabilità e aggressività.
Diagnosi
La diagnosi è clinica ed è basata sulla ricostruzione della storia clinica del paziente, escludendo altre cause, come la sindrome delle gambe senza riposo o la sindrome delle apnee ostruttive del sonno. La valutazione iniziale si effettua tramite la compilazione da parte del paziente di un diario del sonno associato ad appositi questionari (come il Consensus Sleep Diary o il Pittsburgh Sleep Quality Index) ed eventualmente alla descrizione da parte del partner che dorme con il paziente.
La diagnosi viene confermata quando sono presenti tutti e quattro i criteri sotto-elencati:
- Il paziente riferisce difficoltà a iniziare/mantenere il sonno oppure si sveglia prima del desiderato
- Il disturbo si manifesta anche in presenza di adeguate possibilità e circostanze per dormire
- Vengono riferite alterazioni diurne con malessere, stanchezza, scarsa capacità di concentrarsi, alterazioni della memoria, ecc
- Esclusione di altre diagnosi che giustifichino il disturbo
Terapia
Come approccio iniziale nel caso di evento acuto, vengono consigliate strategia per migliorare l’igiene del sonno come:
- Evitare o ridurre il sonno durante la giornata, soprattutto verso sera
- Ridurre il consumo di alcol, caffeina e tabacco
- Evitare l’esposizione a schermi luminosi prima di addormentarsi
- Mantenere stabile la routine del sonno
Allo stesso modo, per i disordini cronici, la prima fase del trattamento consiste in un approccio non farmacologico che utilizza la terapia comportamentale, con l’obiettivo di ridurre la paura e l’ansia correlata al sonno e fornire adeguate strategie di rilassamento prima di addormentarsi.
Solo nel caso di mancata risposta a queste strategie, con associati importati sintomi diurni, sarebbe indicato l’avvio di una terapia farmacologica, che preveda l’uso di ipnotici non-benzodiazepinici, benzodiazepine, antagonisti selettivi per l’istamina e agonisti per il recettore della melatonina.