La fibrillazione atriale è la più comune aritmia nell’adulto. Colpisce maggiormente gli uomini rispetto alle donne e la sua prevalenza è strettamente correlata all’età: si passa da un valore inferiore allo 0,2% negli adulti di età inferiore ai 55 anni, a oltre il 10% nei pazienti con età uguale e superiore a 85 anni. Rappresentano ulteriori fattori di rischio il diabete, l’ipertensione, il fumo, la storia di ictus, la cardiopatia, l’obesità e l’ipertiroidismo.
La fibrillazione atriale può essere parossistica o persistente. Sebbene alcuni pazienti presentino sintomi come palpitazioni e mancanza di fiato, la maggior parte di essi risulta essere asintomatica e non sa di averla. I pazienti con fibrillazione atriale hanno un maggiore rischio di ictus cardioembolico e, nel 20% dei casi, esso risulta essere il primo segno della malattia; è importante, perciò, riconoscere per tempo questa condizione in modo da avviare precocemente una terapia anticoagulante orale, al fine di prevenire il rischio cardioembolico.