La sindrome del dolore pelvico cronico è definita come la comparsa di un dolore localizzato in sede pelvica, senza prova di infezione in atto o di altre condizioni patologiche che lo possano giustificare. È spesso associato a conseguenze negative da un punto di vista cognitivo, comportamentale, sessuale ed emotivo in associazione a sintomi di disfunzione del basso tratto urinario, sessuali, intestinali e ginecologiche.
Epidemiologia
Sembra che la sindrome del dolore pelvico cronico colpisca maggiormente il sesso femminile e spesso influisca negativamente sulla qualità della vita. Circa il 10% delle donne riferisce di aver perso alcuni giorni lavorativi a causa della patologia, e il 45% delle donne ha avuto una diminuzione dell’efficienza lavorativa a causa del dolore.
Presentazione clinica
Nelle donne il dolore pelvico cronico può manifestarsi come:
- Cistite interstiziale (o sindrome del dolore vescicale primario): in questo caso il dolore è percepito a livello ipogastrico ed è associato a disturbi urinari come pollachiuria, urgenza minzionale, dolore minzionale (stranguria). La presentazione clinica ricorda una cistite ma non vi è traccia di infezione e gli antibiotici sono inutili
- Sindrome del dolore vulvare primario: in questo caso il dolore è localizzato a livello della vulva e può essere localizzato (quindi in punti specifici, elicitato dalla palpazione) o generalizzato. Spesso ha un carattere urente, e si associa alla dispareunia (ovvero il dolore durante i rapporti)
- Sindrome del dolore clitorideo primario
A queste presentazioni “classiche” si associano quadri clinici molto meno specifici come la sindrome dell’intestino irritabile, il dolore coccigeo o il dolore in sede anale. Bisogna inoltre ricordare che il dolore pelvico cronico è molto diffuso tra le donne affette da endometriosi.
Fisiopatologia
I meccanismi proposti per spiegare il dolore pelvico cronico sono:
- Infezioni: infezioni croniche di vescica, vulva o vagina sono state proposte come origine del dolore pelvico cronico, anche se non si hanno dati certi sul loro ruolo e spesso le terapie antibiotiche sono inefficaci.
- Ipossia: alterazione della microvascolarizzazione delle mucose vescicali o vaginali, che possono verificarsi anche con l’avanzare dell’età, possono portare a ipoperfusione e sofferenza ischemica.
- Debolezza del pavimento pelvico come possibile causa di dolore pelvico cronico.
Il fenomeno che causa il dolore parte dalla distruzione dello strato di glicosamminoglicano (GAG) sulle pareti di vescica e vagina. In condizioni normali il glicosamminoglicano funge da “scudo” contro l’azione irritante dell’urina o di altre sostanze presenti a livello vescico-vaginale. Quando questa barriera cede, l’infiltrazione di queste sostanze a livello degli strati sottomucosi porta all’irritazione delle terminazioni nervose e all’attivazione di un processo infiammatorio neurogenico, che origina cioè dai nervi.
È stato anche largamente dimostrato che le componenti psicologica ed emotiva giocano un ruolo fondamentale nella presentazione clinica.
Terapia
Esistono molteplici approcci terapeutici alla sindrome del dolore pelvico cronico, seppur ciascun approccio abbia un’efficacia variabile e assolutamente individuale.
- Terapia farmacologica: i farmaci utilizzati per il dolore pelvico cronico vanno dagli antinfiammatori non steroidei agli antibiotici, fino all’utilizzo di antidepressivi e farmaci neuromodulatori. Le evidenze scientifiche a sostegno delle terapie farmacologiche sono scarse, e spesso la risposta è soggettiva.
- Terapia comportamentale e psicologica: l’approccio psico-comportamentale svolge un ruolo di primaria importanza nella gestione del dolore pelvico, poiché può aiutare a rompere il ciclo vizioso del “pain catastrophizing”. Nella gestione psicologica dovrebbe anche essere inclusa una valutazione sessuologica per far fronte ai disturbi della sfera sessuale diffusi in queste pazienti
- Fisioterapia: il ruolo del pavimento pelvico nella sindrome del dolore pelvico cronico è un dato di fatto; dunque, esercizi mirati a rilassare il pavimento pelvico possono migliorare tantissimo la condizioni clinica delle pazienti. Oltre agli esercizi, è possibile anche avviare pratiche di elettrostimolazione o fisiochinesiterapia con l’ausilio di appositi presidi (come, per esempio, la poltrona magnetica).
- Chirurgia: gli interventi chirurgici rappresentano l’ultima spiaggia della gestione del dolore pelvico cronico. In casi selezionati, l’impianto di un neuromodulatore sacrale può migliorare i sintomi, mentre, in Centri altamente specializzati, si può ricorrere a procedure più invasive come la decompressione del nervo pudendo.
Bibliografia
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