Introduzione
Il danno renale acuto (Acute Kidney Injury-AKI) o insufficienza renale acuta è una sindrome clinica caratterizzata dal declino improvviso (entro 48 ore) della funzionalità renale. Viene classificato in base alla gravità con cui si presenta, misurata dall’innalzamento dei valori sierici di creatinina (il marcatore comunemente utilizzato per la valutazione dello stato di salute dei reni).
I tre stadi (stadio 1, stadio 2, stadio 3) sono stati definiti dalle Linee Guida Internazionali, in base a un criterio di gravità, da quello meno grave a quello più grave.
Il danno renale acuto coinvolge circa 8-16% della popolazione ricoverata in ospedale.
La prevalenza di questa condizione sta aumentando nel corso degli ultimi anni a causa dell’aumento dell’età anagrafica e delle comorbilità (presenza di alter malattie concomitanti) nella popolazione generale ma anche a causa dalla maggior capacità di riconoscerla e dal grande numero di eventi clinici acuti intercorrenti che si associano al calo della funzionalità renale (es. sepsi, interventi cardiochirurgici, etc).
Il danno renale acuto , nel contesto di salute di popolazione, aumenta sia il rischio di decesso intraospedaliero sia la possibilità di progressione verso la malattia renale cronica.
Cause
Il danno renale acuto ha tre cause principali:
• causa pre-renale: riduzione dell’afflusso di sangue ai reni (come in corso di disidratazione, diarrea, vomito, sudorazione eccessiva, non adeguato apporto di liquidi);
• causa renale (detta anche parenchimale): patologia diretta a carico dei reni o coinvolgimento renale nell’ambito di un’altra malattia sistemica (glomerulonefriti, vasculiti, patologie tubulo-interstiziali, sepsi) o danno da utilizzo di farmaci e/o sostanze tossiche per il rene (nefrotossici);
• causa post-renale: ostruzione al passaggio di urina (ipertrofia prostatica benigna, calcolosi, masse retroperitoneali).
Sintomi
Il danno renale acuto è espressione della patologia che la ha determinata: può decorrere in maniera asintomatica almeno nelle fasi iniziali (soprattutto se il danno colpisce un solo rene) oppure manifestarsi con sintomi leggermente diversi in base alla causa. I sintomi più comuni sono urine di colore scuro (macroematuriche, per il sangue nelle urine), stanchezza generalizzata, nausea, vomito, riduzione del volume urinario.
Le complicanze cliniche sono caratterizzate da alterazioni degli elettroliti (sopratutto iperpotassemia, pericolosa per l’attività cardiaca), da variazione dell’equilibrio acido-base (acidosi metabolica, pericolosa per le attività cellulari), da alterazioni dei liquidi corporei (l’eccesso di volume circolante può precipitare la funzionalità polmonare e sfociare in insufficienza respiratoria), da intossicazione di prodotti di scarto del metabolismo.
Diagnosi
La diagnosi viene effettuata attraverso i seguenti passaggi principali:
• anamnesi;
• esame obiettivo;
• valutazione con analisi di laboratorio della funzione renale (creatinina sierica, azoto sierico, sodio sierico, potassio sierico, emogasanalisi venosa o arteriosa);
• esame urine completo e valutazione del sedimento urinario;
• ecografia renale e delle vie urinary.
I test di II livello e la biopsia renale vengono effettuati soltanto se i precedenti passaggi non sono sufficienti a spiegare il contesto clinico.
Terapia
Il trattamento del danno renale acuto dipende dalla causa che lo ha scatenato.
Nel caso di patologia pre-renale è necessario ripristinare i volumi corporei (es. avviare idratazione endovenosa).
Nel caso di patologia parenchimale (renale) la terapia dipende dalla causa che la ha determinata (es. farmaci immunosoppressivi/immunomodulatori, farmaci biologici, farmaci diuretici., etc.)
Nel caso di patologia post-renale è necessario eliminare la causa dell’ostruzione (es. posizionamento di catetere vescicale, utilizzo di stent ureterali, etc.).
In caso di mancata risposta alla terapia medica e/o di condizioni che possono mettere a rischio la vita del paziente (es. iperpotassiemia, acidosi metabolica grave, contrazione della diuresi o intossicazione da tossine), si deve sostituire le funzioni che i reni non possono più svolgere attraverso un trattamento depurativo extracorporeo (emodialisi).
Prognosi
In molti casi l’insufficienza renale acuta può regredire fino al recupero della funzionalità, se trattata tempestivamente, in particolare quando è causata dalla riduzione del flusso di sangue (conseguente alla perdita di liquidi corporei per emorragia, vomito o diarrea), condizione reversibile con la terapia. La prognosi è peggiore quando risultano compromessi anche altri organi (come cuore, polmoni o fegato).
Prevenzione
In caso di patologie preesistenti (es. diabete mellito, ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica, BPCO, etc…) l’adesione alle terapie già in corso rappresenta un fattore protettivo nei confronti dello sviluppo di un danno renale acuto.
Negli anziani e nei pazienti fragili si previene inoltre lo sviluppo di un danno renale acuto con il mantenimento di un adeguato apporto idrico .
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