La famiglia delle Crucifere, conosciuta anche come Brassicacee, comprende oltre 2500 specie, diffuse per lo più in regioni a clima freddo.

Il termine “Crucifere” – dal latino crucifer – deriva dal fatto che tutte le specie sono caratterizzate da fiori a 4 petali, disposti a forma di croce, con foglie sparse, semplici, o composte, senza stipole (appendici alla base del picciolo), con radici fusiformi. Dal punto di vista nutrizionale, le Crucifere vengono conosciute per l’utilizzo delle radici (ravanello e sedano rapa), dei germogli (cavoletti di bruxelles), delle foglie (verza, cavolo cappuccio e rucola) e, infine, dei fiori (cavolfiore, cima di rapa, broccoletto e broccolo).

Gli effetti antitumorali delle Crucifere

Tutte le specie appartenenti alle famiglie delle Crucifere hanno dimostrato di prevenire e contrastare le patologie cancerogene. In particolare, il ditioltione e gli indolo-glicosinolati contenuti in queste piante esercitano una potente azione chimica antitumorale poiché stimolano la formazione di enzimi necessari per la sintesi di una piccola proteina di soli 3 aminoacidi (cistina, glutammina e glicina), nota come “glutatione”, fondamentale per l’eliminazione di tutte le scorie tossiche dell’organismo.

Successive ricerche condotte in Giappone, Grecia e Stati Uniti, hanno confermato l’efficacia dell’azione anticancro del cavolo e di altre Crucifere nelle neoplasie gastriche, intestinali e vescicali.

Anche in provetta, il succo di cavolo elimina le lesioni precancerose che preludono l’insorgenza della neoplasia e addirittura il cavolo crudo protegge le cellule dalle radiazioni.

Le concentrazioni medie di indolo-glicosinolato sono le seguenti: le foglie di rapa crude, ne contengono dai 40 a 160 mg; il cavolfiore crudo sino a 200 mg; il crescione 80- 90; infine, il cavolo cappuccio crudo ne contiene circa 100 mg. Altre sostanze, presenti in quantità variabili, sono i tiocianati e isotiocianati, i polifenoli (acido caffeico e ferulico), i flavonoidi, il betacarotene, la clorofilla e la vitamina E. Queste sostanze fanno delle Crucifere alimenti eccellenti, veri e propri antagonisti biochimici del cancro.

Secondo l’American Journal of Epidemiology, infatti, il consumo di cavolo cappuccio, almeno una volta la settimana, riduce di oltre il 30% la probabilità di ammalarsi di cancro del colon.

Gli altri effetti delle Crucifere

Oltre agli effetti antitumorali, il cavolo cappuccio esplica una serie di azioni quali: ipoglicemizzante, antibiotica, antielmintica, lassativa e diuretica. Inoltre, la presenza del gefarnato (farnesil-acetato di gefarnile), protegge le mucose gastriche dall’ ipercloridria e dalle possibili lesioni ulcerose.

Utile altresì nel trattamento della cirrosi epatica, al dosaggio di 400 mg/die.

Azione anti aging delle Crucifere

Un’altra importante azione svolta dalla Crucifere è quella anti aging. Ogni giorno, infatti, siamo sottoposti a numerose fonti di radicali liberi , dai raggi UVA, alle lampade abbronzanti, onde radio, ultrasuoni, microonde, cellulari, oltre allo smog e all’inquinamento generale.Generalmente, il bersaglio dei radicali liberi è la membrana cellulare ma l’attacco è rivolto anche alle proteine presenti nel collagene (che da solo rappresenta il 30% delle proteine totali) e l’elastina, necessaria all’elasticità delle arterie, della pelle e di tutti i tessuti dell’organismo. La conseguenza di tutto questo è un invecchiamento precoce.

Negli ultimi tempi, però, si è scoperto che fra gli isotiocianati di cui abbiamo parlato, uno in particolare, il sulforafano, è attivo migliorando il quadro cognitivo nell’Alzheimer e riducendo la proteina “beta amiloide” presente nei soggetti con patologia. I broccoli e le Crucifere in generale, quindi, in associazione con altri alimenti contenenti principi attivi come le mirosinasi – presenti nei semi di senape, nei ravanelli, nel wasabi e nella rucola – aiutano nella prevenzione della malattia d’Alzheimer, associata a invecchiamento precoce.

Fonti

Monteiro et al.; NOVA. The star shines bright. World Nutrition Volume 7, Number 1-3, January-March 2016

Santos et al., Food processing and cardiometabolic risk factors: a systematic review. Rev Saude Publica. 2020:54:70

Pagliai et al., Consumption of ultra-processed food and health status: a systematic review and meta-analysis. Br J Nutr. 2021 Feb 14;125(3):308-318

Hess et al., Dietary Guidelines Meet NOVA: Developing a Menu for A Healthy Dietary Pattern Using Ultra-Processed Foods. J Nutr. 2023 Aug; 153(8):2472-2481

 

A cura di Flavio Dusio


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