DEFINIZIONE
Si definisce bradicardia una condizione, fisiologica o patologica, caratterizzata da una frequenza cardiaca <60 battiti al minuto. Le bradiaritmie rappresentano uno spettro di disturbi del ritmo cardiaco, in cui è presente una bassa frequenza cardiaca.
Le bradiaritmie vanno differenziate dalla fisiologica bradicardia sinusale presente nei soggetti giovani, in particolare negli atleti, in cui si registra una frequenza anche <50 battiti al minuto in condizioni di riposo, per es. nelle ore notturne.
In assenza di disturbi patologici, l’impulso elettrico responsabile dell’insorgenza del battito cardiaco origina nella parte superiore del cuore (nodo seno-atriale), da cui si propaga alle camere cardiache sottostanti (ventricoli) attraverso il nodo atrio-ventricolare ed attraverso specifici fasci di conduzione (fascio di His, branca destra, branca sinistra). Nel caso in cui avvenga un deterioramento della trasmissione dell’impulso a livello della zona di origine, vi sarà una malattia del nodo del seno-atriale. Se il deterioramento si verifica a livello del nodo atrio-ventricolare, si avrà un blocco atrioventricolare con gravità crescente a seconda in cui vi sia un rallentamento (I grado) o piuttosto un blocco completo della conduzione (II grado e III grado). Nel caso in cui il blocco della conduzione avvenga a livello dei fasci di conduzione ventricolare, si avrà un blocco di branca sinistra oppure un blocco di branca destra.
PRESENTAZIONE CLINICA ED EZIOLOGIA
In caso di bradiaritmia, i sintomi più frequenti sono una marcata debolezza (astenia) ed una facile stancabilità durante sforzi fisici, associati talvolta alla mancanza di fiato durante l’esercizio (dispnea). Spesso vi è comparsa di capogiri o batticuore. Nelle forme di bradiaritmie più avanzate vi può essere perdita completa di coscienza (sincope), ad insorgenza rapida ed improvvisa, senza sintomi precedenti di allarme. In una percentuale non trascurabile di casi, una severa bradiaritmia può esordire con morte cardiaca improvvisa.
La causa più frequente di bradiaritmie è la degenerazione senile, caratterizzata da un progressivo deterioramento del sistema di conduzione correlato con l’età avanzata. Altre cause frequenti sono: cardiopatia ischemica, patologie infiltrative del cuore (per es. amiloidosi e sarcoidosi), intossicazione da farmaci, alterazioni elettrolitiche o difetti genetici del sistema di conduzione cardiaco.
DIAGNOSI
Il sospetto diagnostico, supportato dai sintomi e dalla storia clinica del paziente, nasce innanzitutto dal riscontro di una bassa frequenza cardiaca alla visita medica. A questo punto è necessario eseguire un elettrocardiogramma a 12 derivazioni, che permette di fare diagnosi della tipologia di bradiaritmia. Come esame di approfondimento può essere eseguito l’elettrocardiogramma Holter delle 24 ore, che permette la registrazione continua del tracciato elettrocardiografico per un’intera giornata. Nel caso vi sia un elevato sospetto clinico, in assenza però di un riscontro di bradiaritmia agli esami non invasivi, può essere eseguito lo studio elettrofisiologico endocavitario cardiaco (SEF) e/o l’impianto di un loop recorder. Quest’ultimo è un piccolo registratore, che viene impiantato sottocute per la registrazione continua e prolungata del ritmo cardiaco del paziente.
TERAPIA
Nel caso in cui la causa della sincope sia ascrivibile ad un dosaggio non corretto di farmaci bradicardizzanti, quest’ultimi vanno interrotti ed eventualmente sostituiti secondo prescrizione medica.
Negli altri casi, in presenza di bradiaritmie severe, sintomatiche e pericolose per il paziente, è necessario l’impianto di un pacemaker. Il pacemaker è un dispositivo elettrico impiantato per via mini-invasiva, composto da piccoli cavi elettrici inseriti all’interno del cuore e da un piccolo generatore posizionato sottocute a livello del torace. Il pacemaker supplisce al difetto del sistema di conduzione cardiaco attraverso una stimolazione diretta delle camere cardiache, ripristinando una corretta frequenza di battito del cuore. Negli ultimi anni sono entrati in uso anche i pacemaker senza fili (leadless), riservati a pazienti di età avanzata con alto rischio di infezioni.
A cura di Giuseppe Patti
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