Il concetto di agitazione psicomotoria, la sua eziologia e i modi in cui si manifesta non sono ancora stati descritti in modo chiaro in letteratura. L’agitazione psicomotoria è comunque in genere definita come uno stato di tensione interiore e di irrequietezza, che si manifesta con un eccesso di attività motoria, ripetitiva e non finalizzata, associata a una condizione di ansia e di eccitazione non giustificata da bisogni evidenti da parte dell’osservatore, con una conseguente miscellanea di sintomi psichiatrici e di disturbi del comportamento. Nei casi più gravi è possibile osservare tratti o comportamenti che sfociano in vera e propria aggressività, verso sé stessi e gli altri.
Tale definizione si può applicare anche all’anziano affetto da agitazione psicomotoria. In questo caso va però sempre contestualizzato se tale sindrome sia apparentemente isolata o insorga nell’ambito di malattie croniche, in genere una preesistente demenza.
In ogni caso, la definizione di agitazione psicomotoria dell’anziano può variamente includere uno o più dei seguenti indicatori: grida e/o aggressività verbale, atteggiamenti oppositivi, movimenti senza tregua, wandering (cioè il fenomeno per il quale il paziente vaga senza meta in casa o fuori, sia di giorno che di notte).
Cause
Nella maggioranza dei casi, la frequenza dei comportamenti agitati è correlata all’aumento della compromissione della funzionalità cognitiva nell’anziano: infatti, si sviluppa frequentemente negli stadi intermedi della malattia di Alzheimer (spesso impropriamente definita demenza senile) o in altri tipi di demenza. Alcuni studi dicono infatti che fino all’80% dei pazienti con demenza presenta nel corso della loro storia clinica uno o più episodi di agitazione psicomotoria; questa percentuale tende ad abbassarsi lievemente solo nei pazienti istituzionalizzati, ovvero ricoverati in ospedali o in case di cura.
Indipendentemente dalla presenza di decadimento cognitivo, i sintomi comportamentali possono essere determinati da molteplici fattori che inducano/aggravino una disfunzionalità nell’interazione persona-ambiente. Essi a loro volta possono essere interni alla persona malata (ad esempio, dolore, paura, alterazione del ritmo sonno/veglia, comportamenti ripetitivi) o provenire dall’esterno (ad esempio, eccesso o carenza di stimoli nell’ambiente, comunicazioni troppo complesse, comportamenti inappropriati al contesto, incapacità di riconoscere oggetti che erano noti, incapacità di riconoscere la funzione dell’oggetto e come usarlo, incapacità nel riconoscere familiari e amici).
Se poi l’anziano arriva ad avere delle vere e proprie reazioni catastrofiche, vale a dire dei comportamenti che ai nostri occhi appaiono sproporzionati rispetto a quanto sta avvenendo, la ricerca delle cause diventa ancora più mandatoria, perché spesso si tratta di processi almeno in parte reversibili; le motivazioni, molte delle quali già citate, potrebbero essere fisiche (ad esempio, dolore non diagnosticato, stitichezza, infezioni urinarie, posizione del corpo, abiti che stringono, stanchezza/affaticamento) o ambientali (ad esempio, troppo rumore, troppe richieste in una volta, compiti troppo difficili, insuccesso/frustrazione, critica, persone che richiamano ricordi sgradevoli, effetti collaterali di farmaci o loro sospensione).
In alcuni casi, infine, l’agitazione è temporanea e reversibile, ed è espressione di uno squilibrio momentaneo (febbre, traumi, eventi stressanti): questa condizione è detta delirium ed occorre investigare per eventuali cause.
Sintomi
Uno stato di agitazione psicomotoria si manifesta con uno o più dei seguenti segni o sintomi:
- Facile irritabilità o altre alterazioni dell’umore (ad esempio, ansia, euforia, labilità)
- Necessità di muoversi e impossibilità a stare fermi
- Insonnia o altri disturbi del sonno
- Fotofobia e fonofobia, ovvero ipersensibilità agli stimoli luminosi e ai suoni (verso i quali il soggetto è poco tollerante)
- Tendenza a parlare tanto, spesso con passaggio rapido e senza un collegamento tra diversi argomenti
- Stato di ansia eccessiva
- Disinibizione
- Vagabondaggio
- Aggressività e comportamenti violenti*
- Alterazioni della percezione (allucinazioni) o del contenuto del pensiero (deliri)*
*solo nelle forme più gravi
Tutte queste condizioni possono presentarsi in maniera fluttuante, senza compromettere eccessivamente la vita del soggetto, oppure in maniera acuta e molto grave (il già citato delirium).
Diagnosi
La diagnosi è essenzialmente clinica e si basa su un’accurata anamnesi, sull’osservazione del comportamento e sull’accertamento cognitivo. I caregiver devono rilevare i cambiamenti nello stato cognitivo del paziente, nell’agire quotidiano, nel comportamento e nell’umore basandosi sulle proprie osservazioni abituali. Negli stadi iniziali il personale addestrato (es. medico ed infermieristico) si può avvalere di specifiche scale geriatriche che indaghino lo stato di coscienza e la sfera cognitiva, in modo da poter fare diagnosi il più precocemente possibile.
Trattamento
La cosa più importante da fare è analizzare la situazione dell’anziano per individuare e rimuovere l’eventuale causa scatenante. In alcuni casi il disturbo del comportamento è infatti l’espressione di un disagio profondo della persona malata, la quale è turbata o disturbata da qualcosa a cui non riesce a dare significato. Pertanto, i principali ambiti di osservazione e analisi (che guideranno i successivi interventi, se fattibili) sono:
- Dove: Comprendere se la causa scatenante il comportamento sia legata ad un particolare luogo di cui si analizzeranno le caratteristiche (è un luogo familiare, non familiare, rumoroso, disordinato, buio…)
- Quando: Comprendere se vi sia un momento particolare della giornata in cui si manifestano determinati comportamenti. Ad esempio: più spesso alla sera quando la persona è stanca, prima di pranzo quando magari ha appetito, al risveglio quando potrebbe essere più confusa e disorientata
- Con chi: è possibile che alcune persone che interagiscono con il malato formulino troppe richieste, abbiano un atteggiamento giudicante, o assomiglino a qualcuno di sgradito alla persona malata scatenando reazioni oppositive o aggressive
- In rapporto a quale situazione: osservare se determinate situazioni si verificano frequentemente durante lo svolgimento di specifiche attività (ad esempio, igiene personale, pranzo, televisione)
Se la messa in atto di tali semplici interventi non attenua il problema, occorre tentare di creare un contatto con il paziente utilizzando forme di meta-comunicazione. Tra queste è bene ricordare l’ascolto di musica, leggeri stimoli tattili, il massaggio alle mani, l’esercizio fisico, la terapia con animali da compagnia (pet-therapy). E’ pertanto fondamentale educare adeguatamente i caregiver (familiari, operatori sanitari).
Gli ultimi step (almeno in ordine temporale) per il trattamento dell’anziano con agitazione dovrebbero consistere nella terapia farmacologica (ad esempio con farmaci ansiolitici, antipsicotici e/o antidepressivi, il cui uso deve comunque essere limitato allo stretto necessario perchè spesso possono far precipitare definitivamente una situazione dall’equilibrio precario) e nell’utilizzo di restrizioni/contenzioni fisiche le quali però dovrebbero essere messe in atto esclusivamente come protezione verso comportamenti del malato potenzialmente lesivi per sé o per gli altri, dal momento che riducono ulteriormente la qualità della vita nell’anziano.
Bibliografia
- Roberto Gindro. Irrequietezza ed agitazione psicomotoria: cause, sintomi e rimedi
- Davide Borghetti. Demenza e agitazione psicomotoria
- Corsi ECM Benessere. L’agitazione psicomotoria nell’anziano con demenza
- Azienda Socio-Sanitaria Territoriale di Pavia. Raccomandazioni per la prevenzione ed il trattamento del delirium nel paziente anziano ricoverato
- Tiziana Bruno. Agitazione Psicomotoria: cause, sintomi e cura
- Regione Veneto. Disturbi del comportamento