Il mondo della sanità, con il progredire delle conoscenze, trova al suo interno figure sempre più specializzate, in modo da garantire un servizio quanto più specifico e personalizzato per le necessità del singolo paziente. Tuttavia, questa moltitudine di figure può in certi casi creare confusione tra i non “addetti ai lavori”.
Questo è proprio il caso del fisiatra e del fisioterapista: nomi molto simili, che possono trarre in inganno. Sebbene fisiatra e fisioterapista siano due figure che lavorano a stretto contatto tra loro, i loro ruoli e le loro funzioni sono molto diverse.
Ma quali sono allora le differenze tra fisiatra e fisioterapista?
Partiamo dalla definizione della Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (SIMFER), organo di riferimento nazionale per la fisiatria, che definisce il fisiatra “il medico specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa, con particolare esperienza nel trattamento di disabilità causate dalle diverse affezioni patologiche e/o dal dolore ad esse associate, con competenze specifiche in ambito neuromuscolare, osteoarticolare, cognitivo-relazionale, biomeccanico ed ergonomico”.
Il fisiatra è quindi un medico specialista, che concentra le sue conoscenze sulle conseguenze a lungo termine di malattie acute e croniche. A differenza di altri medici specialistici (come il cardiologo, lo pneumologo, il nefrologo ecc.), questo non ha un unico organo di riferimento: la sua specialità sta nel conoscere le problematiche funzionali di tutti gli organi del corpo, e come le loro alterazioni inficino le attività quotidiane del paziente. Il fisiatra, quindi, prende in carico tutte le persone che abbiano dei deficit motori, cardiovascolari, respiratori, uro-ginecologici, metabolici, nutrizionali o psicologici e stila un programma specifico per il massimo recupero possibile delle funzionalità perse. È inoltre in grado di giudicare, a seconda del tipo di patologia e della sua gravità, quali siano le possibilità di recupero di determinate funzioni e che percentuale di recupero sia possibile.
Il fisiatra, in quanto medico, è abilitato alla diagnosi (importante competenza non spettante al fisioterapista) e anche a prescrivere trattamenti farmacologici, legati specialmente alla gestione del dolore e del recupero funzionale. In questo ambito rientrano non solo i classici farmaci da assumere per via orale, ma sono inclusi anche trattamenti, come le infiltrazioni intra-articolari e intramuscolari, la mesoterapia, trattamenti con dispositivi medici (come ad esempio onde d’urto, radiofrequenze e stimolazione elettrica percutanea), oltre a farmaci specifici contro la fragilità ossea (osteoporosi).
Specialità del fisiatra è poi la valutazione degli ausili per i suoi pazienti: questo è infatti il medico di riferimento per la scelta e la prescrizione degli ausili più adatti al paziente, come ortesi, tutori, busti, plantari, carrozzine e tanti altri. Queste valutazioni sono anche necessarie per accedere alle corrette modifiche per guidare in sicurezza il proprio veicolo, oltre che al rinnovo delle patenti speciali.
Tutte queste attività fanno parte di quello che viene chiamato “progetto riabilitativo” del paziente, di cui il medico fisiatra è il garante, ma che non sarebbero possibili senza la collaborazione di operatori sanitari esperti a supporto del progetto riabilitativo. Ogni ambito del progetto, infatti, viene poi tradotto in pratica da professionisti specifici: infermieri, logopedisti, terapisti occupazionali, psicologi e fisioterapisti lavorano giorno per giorno assieme al paziente per migliorare le sue capacità in tutti gli ambiti prima descritti.
Il fisioterapista è l’operatore sanitario, che svolge in via autonoma o in collaborazione con altre figure sanitarie, gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori, e di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, congenita o acquisita, tutto ciò in riferimento alla diagnosi e alle prescrizioni del medico.
La linea che distingue fisiatra e fisioterapista può sembrare molto sottile, ma due nomi all’apparenza simili nascondono percorsi, conoscenze ed esperienze diverse. Sebbene entrambi facciano parte di una folta equipe che ha come obiettivo la salute e l’autonomia del paziente, è importante capire questi due ruoli e, in caso di necessità, di affidarsi alla figura più adeguata.