Le piante medicinali sono al centro delle ricerche scientifiche più recenti, con l’obiettivo di ricavarne trattamenti innovativi anche nell’ambito del contrasto all’invecchiamento. Al congresso Aging in Progress 2024 la professoressa Francesca Riuzzi dell’Università degli Studi di Perugia e la professoressa Monica Montopoli dell’Università di Padova hanno presentato le loro ricerche sull’utilizzo di estratti vegetali nella lotta contro il declino muscolare e osseo legato all’età, ponendo l’accento sulla necessità dell’applicazione di un rigoroso metodo scientifico per validare e sfruttare al meglio le proprietà degli estratti vegetali.

 

Dall’estratto vegetale al trattamento

Gli estratti vegetali rappresentano una risorsa unica nel campo della medicina, offrendo un approccio naturale alla cura e alla prevenzione di numerose patologie. Ma il loro valore non risiede solo nella loro origine naturale: gli estratti vegetali non sono semplici composti isolati; contengono una complessa miscela di fitocomposti che agiscono sinergicamente, rendendoli potenzialmente più efficaci dei farmaci a singola molecola. A differenza dei farmaci a singola molecola, tipici della medicina tradizionale, i fitocomplessi possono offrire benefici amplificati proprio grazie alla combinazione di più composti. Questo aspetto sinergico è oggetto di grande interesse scientifico, in quanto suggerisce un’efficacia potenziale superiore rispetto a quella dei trattamenti convenzionali.

Tuttavia, affinché un estratto vegetale sia considerato sicuro ed efficace, è fondamentale standardizzare la sua composizione. La standardizzazione garantisce che ogni dose del prodotto contenga una quantità precisa e costante dei principi attivi, permettendo un dosaggio sicuro e prevedibile. Questo processo riduce il rischio di variazioni che potrebbero compromettere l’efficacia o, peggio, esporre il paziente a rischi.

 

Metodologia Scientifica

Per raggiungere l’obiettivo di standardizzazione, i ricercatori adottano un approccio multidisciplinare nello studio dell’efficacia degli estratti vegetali. Questo metodo considera vari aspetti scientifici e garantisce che i prodotti finali siano sicuri ed efficaci. Tale approccio include:
Test in vitro: Gli estratti vengono testati su colture cellulari (ad esempio, miotubi e osteoclasti) per osservare il loro impatto sulle cellule muscolari e ossee.
Test ex vivo: Gli estratti vengono testati su tessuti prelevati da pazienti (ad esempio, biopsie muscolari) per verificare se gli effetti osservati in vitro si riproducono in condizioni più vicine a quelle del corpo umano.
Modelli animali: Gli estratti vengono somministrati ad animali (ad esempio, topi anziani) per valutare i loro effetti sulla salute muscolare e ossea nel tempo, analizzando parametri come la performance muscolare, la densità ossea e i marcatori infiammatori.
Spettrometria di massa e target fishing: Queste due tecniche servono per individuare le sostanze attive presenti negli estratti vegetali e capire come agiscono. La spettrometria di massa aiuta i ricercatori a identificare i metaboliti, cioè le molecole prodotte dalle piante durante il loro metabolismo. Una volta individuate, i ricercatori usano il target fishing per capire quali bersagli biologici, proteine o cellule nel corpo umano, queste molecole potrebbero influenzare o con cui potrebbero interagire.
Molecular docking: Questo metodo computazionale aiuta a prevedere come i metaboliti identificati interagiscono con le proteine target.

Per trasformare un estratto vegetale in un vero e proprio trattamento, è necessario sottoporlo poi a studi clinici rigorosi. Questi studi non solo valutano l’efficacia della terapia sugli esseri umani, ma ne garantiscono anche la sicurezza. Solo attraverso prove cliniche approfondite è possibile capire realmente come l’estratto interagisce con l’organismo umano, determinando i dosaggi appropriati e monitorando eventuali effetti collaterali.

 

Garanzie e sfide

Nonostante la tradizione e il folklore offrano spesso spunti interessanti riguardo le proprietà curative delle piante, è essenziale che queste conoscenze siano validate scientificamente. Studi clinici e ricerche approfondite permettono di comprendere i meccanismi d’azione dei vari composti vegetali, fornendo prove concrete e affidabili per supportare le loro proprietà terapeutiche. Solo così un estratto può trasformarsi da rimedio tradizionale a trattamento sicuro e comprovato.

Affinché i trattamenti vegetali possano arrivare sul mercato, è necessario che soddisfino gli standard regolatori imposti dagli enti di controllo, come l’EMA in Europa e la FDA negli Stati Uniti. Questa approvazione è fondamentale per garantire che il prodotto sia sicuro per i consumatori. La strada dal laboratorio alla clinica non è semplice: i risultati promettenti ottenuti in laboratorio devono essere confermati su larga scala e testati a lungo termine. Tuttavia, nonostante le sfide, l’integrazione di trattamenti vegetali nei protocolli di cura moderni rappresenta una possibilità affascinante per la medicina del futuro.

 

Le ricerche presentate al congresso Aging in Progress dimostrano come gli estratti vegetali possano offrire nuove opportunità per migliorare la qualità della vita nelle persone anziane, contribuendo alla prevenzione e al trattamento delle malattie legate all’invecchiamento, come la sarcopenia e l’osteoporosi. Tuttavia, affinché queste soluzioni possano essere applicate in ambito clinico, è essenziale che i risultati ottenuti in laboratorio siano supportati da prove scientifiche rigorose e approvati dalle autorità regolatorie. Solo con un approccio basato sull’evidenza potremo davvero sfruttare il potenziale della natura per favorire un invecchiamento sano e attivo.

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