L’esercizio fisico durante l’infanzia e l’adolescenza è considerato all’unanimità uno dei pilastri di una corretta crescita fisica e intellettuale. Con l’avanzare degli anni, però, gli impegni lavorativi, le responsabilità della vita adulta e la stanchezza rendono più difficile la pratica costante dell’esercizio fisico.
Anche negli adulti e negli anziani una costante attività fisica produce gli stessi benefici psicofisici che produce nei giovani, con un impatto anche maggiore sulla qualità della vita. Il movimento è infatti uno dei cardini imprescindibili dell’“healthy aging”, ossia dell’invecchiamento in salute.
L’effetto dell’esercizio nelle persone più anziane ha, in primis, un fortissimo impatto a livello fisico. Con il passare del tempo il nostro corpo si modifica lentamente: il tessuto muscolare viene progressivamente sostituito da quello adiposo, ma anche altri tessuti come ossa, cuore e vasi sanguigni subiscono delle modifiche. Il mantenimento di una sufficiente massa muscolare migliora drasticamente il benessere delle ossa: sono infatti le forze applicate dai muscoli che stimolano le ossa a modellarsi correttamente e ad avere una struttura abbastanza resistente. Avere ossa forti e protette da una sufficiente massa muscolare riduce significativamente il rischio di fratture, eliminando le possibili conseguenze di un intervento chirurgico o di un ricovero ospedaliero (come infezioni o sindrome da allettamento). Oltre a far bene a muscoli e ossa, l’esercizio fisico riduce drasticamente il rischio di malattie metaboliche (come il diabete) e cardiovascolari (ipertensione, ictus, infarto), ad oggi sempre più presenti nella popolazione anziana. Tutto questo, unito a una buona resistenza allo sforzo fisico, rende l’anziano più autonomo nelle sue attività quotidiane e capace di vivere i suoi rapporti sociali con maggiore serenità.
L’esercizio in età avanzata non solo porta benefici a livello fisico, ma anche a livello psichico. Con l’età il cervello comincia a essere meno brillante, e diventa sempre più difficile gestire più attività contemporaneamente o utilizzare attrezzi complessi, come gli strumenti musicali. Si riducono la memoria, i riflessi, la coordinazione e la velocità con cui prendiamo le decisioni. È stato dimostrato che una costante attività fisica può rallentare questi processi: infatti lo stimolo di questi circuiti nervosi compensa la loro naturale degenerazione. L’esercizio fisico, inoltre, rallenta e ritarda l’insorgenza di malattie neurologiche estremamente impattanti, come la demenza e l’Alzheimer. Ma i benefici a livello psichico non finiscono qui: l’esercizio fisico ha anche un potente effetto antidepressivo. Oltre a essere un metodo efficace per “scaricare” le paure, le preoccupazioni e l’ansia di tutti i giorni – spesso presenti nelle persone più anziane – l’esercizio fisico è anche un metodo per mantenere una rete sociale quanto più attiva e vasta possibile, diminuendo il rischio di isolamento e depressione.
L’esercizio fisico negli anziani, quindi, risulta essere uno strumento a tutto tondo, in grado di garantire il benessere dell’individuo a livello fisico, psichico e psicologico. Ci sono però delle controindicazioni? Quanta attività bisogna fare in una settimana per vedere tutti questi risultati? Ad eccezione di limitazioni dovute a malattie pregresse (aritmie, infarti etc.), non ci sono vere controindicazioni: l’importante è essere costanti. È quindi fondamentale scegliere un’attività che piaccia, più che sulla base dell’intensità dell’esercizio. Durante la settimana, l’ideale sarebbe eseguire 30 minuti di attività a bassa-media intensità per 5 giorni (anche non consecutivi), o 75 minuti totali ad alta intensità. Ma non scoraggiatevi: diversi studi dimostrano che qualsiasi livello di attività fisica, anche inferiore a queste raccomandazioni, ha un impatto notevole sulla qualità della vita rispetto a una vita sedentaria.
Non ci sono davvero più scuse: sei pronto a partire?