I disturbi del sonno affliggono un gran numero di persone, fino al 35% della popolazione secondo alcuni studi, e in particolar modo le donne in menopausa e nel periodo che la precede, detto peri-menopausa. Circa il 75-85% delle donne che si trovano in questo particolare periodo della vita lamenta disturbi del sonno come difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno durante la notte, risvegli ripetuti oppure un sonno non riposante. Parliamo di insonnia in presenza di uno o più di queste problematiche.
Nella donna in menopausa entrano in gioco numerosi fattori, tutti più o meno direttamente collegati alla riduzione dei livelli di estrogeni, ormoni che entrano a far parte della regolazione della durata del sonno. Il primo fattore, molto rilevante, è la presenza di vampate di calore, dette comunemente caldane e più tecnicamente disturbi vasomotori, che consistono in episodi di improvvisa sensazione di calore ed arrossamento al collo e al viso, associati a sudorazione e palpitazioni. Le vampate di calore si verificano soprattutto durante il sonno, determinando il risveglio e una certa difficoltà nell’addormentamento, anche perchè talvolta la donna ha la necessità di cambiare gli indumenti o le federe del cuscino per l’abbondante sudorazione.
Un altro elemento strettamente correlato con le variazioni ormonali che si verificano durante la menopausa, è rappresentato dai disturbi dell’umore. Infatti, molte donne riferiscono una maggiore irritabilità e una labilità emotiva (ovvero una instabilità dell’umore che tende a cambiare repentinamente). Inoltre, durante la menopausa aumenta il rischio di sviluppare disturbi d’ansia o di depressione. L’insonnia e le altre alterazioni del sonno spesso accompagnano i disturbi dell’umore, e sono legati da una relazione bidirezionale per cui gli uni favoriscono gli altri e viceversa. Le donne che avevano già sofferto di sindrome premestruale o alterazioni del tono dell’umore post-parto sono più soggette a sviluppare alterazioni dell’umore.
Un altro importantissimo fattore da tenere in considerazione è il sovrappeso e l’aumento di peso. Durante la menopausa il calo degli estrogeni influenza la distribuzione corporea di grasso e ne riduce il consumo. La massa grassa tende ad aumentare a discapito della massa magra, e si distribuisce soprattutto sull’addome. Oltre all’effetto diretto che il sovrappeso o l’obesità possono dare (infatti sono strettamente correlati all’OSAS) il tessuto adiposo è un vero e proprio organo endocrino e produce ormoni e sostanze pro-infiammatorie che peggiorano il metabolismo e la qualità del sonno. L’OSAS o sindrome delle apnee ostruttive del sonno è una patologia caratterizzata da una cattiva ossigenazione durante la notte dovuta a una difficoltà nella respirazione. Le persone più colpite sono quelle sovrappeso o obese poiché l’addome importante rende difficoltosa l’espansione dei polmoni, e la massa grassa nella zona del collo disturba la respirazione; inoltre questi soggetti hanno una maggiore probabilità che la lingua ostruisca le vie aeree durante il sonno. Esiste una nota correlazione tra OSAS, sindrome metabolica e maggior rischio cardiovascolare, per cui il sovrappeso/obesità è un fattore di rischio per l’ipertensione, il diabete mellito, l’ipercolesterolemia, e tutti questi fattori aumentano il rischio di avere malattie cardiovascolari.
Fonte
Disturbi del sonno nella donna in menopausa, L’Endocrinologo (2022), D. Laudisio, C.Graziadio.