La menopausa inizia mediamente intorno ai 47 anni ed è una transizione inevitabile nella vita di una donna. La sua comparsa però non deve essere categorizzata come fenomeno negativo, né tantomeno deve essere intesa come sinonimo di un declino irreparabile del corpo femminile, che marginalizza la donna.

La rivista scientifica The Lancet ha pubblicato recentemente una serie di articoli rivalutando quella che è stata sino a oggi la concezione della menopausa in modo da tornare a considerarla come un vero e proprio processo naturale, che ogni donna può imparare a gestire al meglio.

Diffondere le conoscenze per normalizzare la menopausa

L’esperienza della menopausa varia considerevolmente da soggetto a soggetto. Tra i fattori che possono influenzare la natura e la severità dei sintomi possiamo trovare razza, etnia, status sociale, traumi psicologici e stato di salute generale.

In ogni caso, è fondamentale che tutte le donne abbiano accesso a informazioni corrette sulle caratteristiche dei sintomi e sulla loro durata, nonché sulle diverse possibilità che hanno a disposizione per poter gestire la menopausa.

Secondo quanto riportato da The Lancet, la campagna informativa lanciata dai National Institutes of Health (NIH) nel 2005,che descriveva la menopausa come una fase “normale” della vita delle donne con cui ciascuna può imparare a convivere, ha avuto numerosi effetti positivi, tra cui una significativa riduzione dell’uso di medicinali, talvolta prescritti in modo inappropriato. E’ il caso della Terapia Ormonale Sostitutiva (TOS), diventata alla fine del secolo scorso il trattamento d’elezione per curare gli effetti della menopausa nelle donne, sulla base del razionale che legava la salute fisica e mentale di una donna in menopausa ai livelli non ottimali degli ormoni estrogeni, il cui eccesso o deficit veniva curato attraverso medicinali. Fin quando, nei primi anni 2000, studi clinici di grandi dimensioni hanno dimostrato importanti effetti avversi legati all’assunzione prolungata della TOS. Da allora il suo utilizzo è stato molto ridotto, ma continua a essere prescritta per tempi limitati e per alleviare i sintomi che limitano la qualità della vita quali vampate di calore, problemi nel sonno e dolori articolari. Le prescrizioni e i dosaggi devono però essere costantemente monitorati in ciascuna paziente per ridurre al minimo i rischi a lungo termine (per es. quello di trombosi).

Accanto ai trattamenti farmacologici negli ultimi anni è stata introdotta la terapia psicologica. I dati raccolti in una metanalisi del 2022 provano, infatti, che la terapia di gruppo con professionisti e clinici che offrono supporto su uno stile di vita sano può ridurre i sintomi vasomotori, i disturbi del sonno e i sintomi depressivi.

Sempre da questa metanalisi è stato riscontrato che le donne, quando informate sulla propria condizione e su come gestire la menopausa, si sentono anche più appagate nell’imparare a controllare in autonomia i sintomi e si scambiano consigli, soprattutto attraverso internet e i canali social.

Per diffondere informazioni utili alle donne in maniera sempre più capillare, gli NIH hanno sviluppato una app, My Meno Plan, che insegna a riconoscere anche sia i cambiamenti che preludono alla menopausa sia quelli della fase post-menopausa.

Con una funzione simile c’è l’app italiana Vita Nova, nata da un progetto di collaborazione tra alcuni atenei toscani e il CNR. Questa app fornisce indicazioni su come migliorare lo stile di vita e dà suggerimenti su come gestire i sintomi e le risorse sia di tempo sia economiche.

La consapevolezza che la menopausa è parte integrante della vita delle donne dovrebbe diventare cultura comune, condivisa, anche a livello sociale e lavorativo: è quanto si propone il progetto australiano Menopause Information Pack for Organizations (MIPO) che ha raccolto materiali e strumenti a supporto di un ambiente lavorativo più empatico, inclusivo e attento alle esigenze di donne in menopausa.

Salute mentale e menopausa

A contribuire all’immagine negativa della menopausa è la sua associazione con la depressione, che è stata a lungo indagata: già nel 1816 il medico francese De Gardanne riporta tra i sintomi nella menopausa l’isteria, ossia la “sindrome nervosa dell’utero”. Successivamente, nel 1959, i medici Kupperman, Wetchler e Blatt istituirono una scala dei sintomi della menopausa, includendo anche sintomi psicologici come melanconia e isterismo. A quel tempo, questo tipo di studi ha avuto il merito di diffondere la conoscenza delle malattie mentali, ma ha anche portato a sopravvalutare il ruolo della menopausa sul cattivo stato di salute mentale, trascurando ulteriori condizioni di salute pregresse o eventi traumatici del passato.

I disordini depressivi affliggono il 6% della popolazione mondiale, e sono diagnosticati nelle donne il doppio delle volte rispetto agli uomini. La variazione dei livelli di ormoni steroidei, in particolare di estradiolo e di progesterone, che avviene in menopausa, è sicuramente legata a una maggiore vulnerabilità alla depressione.

Ma è stato riscontrato che le donne che avevano già sofferto di disordini depressivi significativi durante la loro vita hanno il 50-65% in più di possibilità di sviluppare nuovi episodi depressivi gravi durante la menopausa. Al contrario, solo il 10-30% delle donne che non hanno mai avuto episodi depressivi in precedenza sviluppano sintomi depressivi significativi in menopausa.

E’ importante quindi conoscere la salute mentale di una donna già prima della menopausa in modo da poter prevenire eventuali ricadute depressive dovute ai cambiamenti ormonali e all’impatto psicologico che la menopausa stessa può avere.

Una revisione sistematica, pubblicata sempre nello stesso fascicolo di The Lancet, ha dimostrato che già iniziando da una buona gestione delle vampate di calore e insonnia attraverso trattamenti farmacologici personalizzati o non farmacologici si può avere una riduzione del rischio di sviluppare patologie mentali.

Anche il supporto sociale, l’attività fisica e le tecniche di meditazione come lo yoga hanno migliorato la percezione ed il controllo della propria salute mentale durante la transizione verso la menopausa alleviando ansia e stress. Gestire la menopausa in modo efficace, attraverso queste pratiche, può quindi essere fondamentale per il benessere complessivo delle donne.

Quando la menopausa è in anticipo

Non per tutte le donne la menopausa si presenta intorno ai 50 anni: esistono fattori, quali genetica, stile di vita, fumo, shock psicologici o motivi chirurgici (per esempio isterectomia), che portano a casi i di menopausa precoce. Questa particolare situazione compare tra i 40 e i 44 anni e affligge circa il 12% delle donne nel mondo.

La diagnosi di menopausa precoce spesso arriva molto in ritardo, perché ancora poco considerata: le donne affette da menopausa precoce spesso tendono a isolarsi e a non sentirsi comprese, con un risvolto negativo anche sul piano intimo-relazionale. È importante quindi sviluppare l’adeguato supporto da parte dei clinici in primis attraverso trattamenti non farmacologici come la psicoterapia.

L’insorgere della menopausa in età precoce porta inoltre, a lungo termine, allo sviluppo di altre patologie come l’osteoporosi. Difatti gli estrogeni, gli ormoni che diminuiscono in menopausa, sono proprio quelli che regolano la densità ossea. Per contrastare il rischio di fratture si possono integrare i trattamenti farmacologici con vitamina D e integratori del calcio.

Anche lo sviluppo di malattie cardiovascolari va tenuto sotto controllo nelle donne che entrano precocemente in menopausa: dati recenti dimostrano che il rischio di infarti e decessi dovuti a patologie cardiovascolari aumenta del 30% nelle donne entrate naturalmente in menopausa in età precoce, mentre aumenta fino al 60% se ci sono entrate in conseguenza di un intervento chirurgico.

Gestire la menopausa dopo il cancro

Lo sviluppo di nuove terapie ha portato a un aumento delle percentuali di guarigione dal cancro. Le donne che sopravvivono alla malattia possono incontrare ulteriori difficoltà nel vivere la menopausa. Riconoscere la menopausa dopo il cancro può non essere semplice. Questo perché i sintomi della menopausa possono essere confusi con gli effetti dei trattamenti antitumorali (stanchezza cronica e disfunzione sessuale). Inoltre, tra gli effetti avversi delle terapie contro il cancro possiamo trovare insufficienza ovarica precoce e menopausa precoce che colpisce le donne guarite dal cancro in media a 44 anni di età. Sebbene la Società Europea di Oncologia Medica abbia stilato delle linee guida per preservare la fertilità dopo il cancro, non ci sono ancora molte opzioni per prevenire i danni ovarici causati dalla chemioterapia.

Per le donne quindi gestire la menopausa dopo il cancro può essere più difficile. Entro i 6 anni dalla diagnosi di cancro molte donne iniziano a sviluppare i sintomi della menopausa: il 90% vampate di calore e insonnia, il 62% sbalzi d’umore e il 59% disfunzione sessuale.

L’approccio al trattamento farmacologico della menopausa dipende anche dal tipo di tumore di cui la paziente è affetta. Ad esempio la terapia ormonale può essere presa in considerazione in pazienti affette da tumore al polmone o cancro dell’endometrio in stadio precoce. Al contrario è da evitare in pazienti con tumore al seno o ovarico.

Quando la terapia ormonale è controindicata bisogna passare alle terapie non ormonali o non farmacologiche. Tra i trattamenti non ormonali troviamo gli analgesici e gli antidepressivi (gabapentin ed escitalopram i più diffusi) che migliorano le vampate di calore e i sintomi depressivi.

Come terapie non farmacologiche è consigliata la psicoterapia, lo yoga e l’agopuntura che può aiutare anche nel miglioramento dei dolori articolari.

Nelle pazienti guarite succede poi che la cura dei sintomi della menopausa passi in secondo piano, dato che l’attenzione clinica è focalizzata sul controllo del tumore. Un approccio clinico interdisciplinare e personalizzato per ciascuna paziente permetterebbe di ovviare a questo problema.

Una visione positiva

In una fase storica in cui la medicina pone sempre più attenzione ai bisogni delle singole persone, la menopausa non deve spaventare. La medicina personalizzata offre un’ampia scelta di rimedi e trattamenti, capaci di controllare anche per gli effetti negativi a lungo termine indotti dalla menopausa. Le donne possono guardare con fiducia alla menopausa e cercare il supporto adeguato per far fronte a questa nuova loro condizione, senza perdere la propria serenità di vita.

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