Questo è il primo di una serie di tre articoli che mettono in connessione l’importanza di sani stili di vita e il cambiare le abitudini con un miglioramento della salute.

L’importanza degli stili di vita

La prevalenza delle malattie croniche legate allo stile di vita è aumentata notevolmente negli ultimi decenni e queste sono responsabili del 71% di tutti i decessi verificatisi a livello mondiale nel 2019, di cui circa un terzo avvenuti tra persone di età compresa tra 30 e 69 anni.
Questa tendenza può essere in parte ricondotta all’aumento dei tassi di obesità, sedentarietà, scarsa attività fisica, cattiva alimentazione, l’uso di tabacco e l’eccesso di alcool. Inoltre, poiché le malattie e le comorbilità si accumulano in età avanzata, l’invecchiamento della popolazione influenza ulteriormente il benessere del singolo e della collettività.

Lo svantaggio sociale

Le persone vulnerabili e socialmente svantaggiate tendono ad ammalarsi di più e hanno un’aspettativa di vita inferiore rispetto alle persone con posizioni socio-culturali più elevate. Non si pensi solamente ai paesi in via di sviluppo, ma anche ai contesti più rurali, di periferia o con sistemi sanitari meno efficienti, nei quali è nota la crescente difficoltà di accesso alla prevenzione e alle cure, anche in correlazione alle lunghe liste d’attesa e agli elevati costi della sanità privata , nonché la maggiore esposizione a prodotti dannosi, come il tabacco e alcool, una dieta meno sana, sovrappeso e minore attività fisica.

Far fronte alle malattie con il cambiamento delle abitudini

Esistono diverse evidenze scientifiche, e linee guida internazionali, che affermano che i cambiamenti nello stile di vita possono prevenire e migliorare significativamente lo stato di salute presente e futuro, riducendo i principali fattori di rischio per le malattie croniche e le morti premature. Ad esempio, il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 o avere un infarto è prevalentemente attribuibile a fattori legati allo stile di vita piuttosto che a rischi genetici. Il potenziale degli interventi di modifica dello stile di vita per i risultati di salute personale e collettiva è enorme, ma le persone incontrano grandi difficoltà quando cercano di cambiare abitudini e raggiungere i propri obiettivi. Non c’è assolutamente da stupirsi, dato che il cambiamento dello stile di vita comporta una serie di scelte individuali che spesso richiedono il rinvio del piacere immediato, ad esempio la rinuncia a bisogni effimeri a favore di potenziali guadagni di salute a lungo termine, difficili da notare subito.
Nonostante queste difficoltà, i professionisti sanitari dovrebbero coinvolgere i pazienti nel cambiamento del loro comportamento, nel rispetto della propria salute, come raccomandato in ogni documento dell’OMS e nel Piano Nazionale della prevenzione 2020-2025.
La coerenza e la costanza con cui le persone perseguono cambiamenti comportamentali per la salute dipendono in gran parte dalle loro risorse personali, dalle credenze culturali e in parte da quanto riescono a superare i loro pregiudizi.
Affermazioni come “Non voglio vivere da malato per morire da sano”, oppure “Mio nonno fumava 40 sigarette al giorno e poi è morto a 90 anni investito!” o ancora “So che dovrei iniziare a camminare, ma in verità è che non ho voglia!” sono tipiche di chi non ha intenzione di modificare i propri stili di vita per il bene della propria salute.

Queste affermazioni possono nascondere anche il timore di non riuscire a sostenere un cambiamento. Spesso si tratta di pazienti fatalisti, inconsapevoli dell’enorme potenziale delle proprie scelte sul proprio destino e delle risorse personali inespresse, come:

  • la capacità di autoregolarsi e autogestirsi
  • l’autoefficacia nelle proprie capacità di affrontare una situazione o una scelta
  • il locus of control interno (il destino è nelle proprie mani) o esterno (fatalismo)
  • l’engagement (coinvolgimento convinto nelle scelte)
  • l’empowerment (capacità di prendere decisioni e di assumere il controllo della propria vita).

Pertanto, sia per la persona che per i professionisti sanitari, è necessaria una comprensione delle possibilità di cambiamento del comportamento per gli stili di vita, tenendo conto delle proprie risorse, professionalità e attitudini.

Le metodiche per il cambiamento delle abitudini

Diverse teorie sul cambiamento comportamentale legato agli stili di vita enfatizzano le risorse riflessive e la forza di volontà come spinte per modificare il comportamento.
Tuttavia, la letteratura scientifica ha esplorato altri moventi meno consci, come i meccanismi emotivi connessi alla sensazione di piacere, connessi ad un guadagno, in termini di salute. In altre parole, a volte non basta “volere” un cambiamento perché si sa “che fa bene”, ma quest’ultimo deve “dare piacere” nel perseguirlo, anche in correlazione ai propri valori e obiettivi personali.

Il piacere derivante da un comportamento attiva meccanismi cerebrali che possono trasformarlo in un’abitudine nel tempo. Ad esempio, la sensazione di benessere dopo una passeggiata produce endorfine che riducono lo stress e, a lungo termine, influenzano positivamente la salute generale.

La motivazione

La motivazione, in psicologia determina il comportamento delle persone:

  • motivazioni primarie, tese al soddisfacimento di bisogni naturali come fame, sete, riproduzione, ecc
  • motivazioni secondarie, che soddisfano bisogni di carattere sociale, culturale, spirituale.

Secondo Maslow, le motivazioni primarie hanno priorità nella gerarchia dei bisogni, poiché sono essenziali per la sopravvivenza (per esempio cibo, bollette) e possono sovrastare le altre necessità, come ad esempio una sana alimentazione o l’iscrizione in palestra. Le motivazioni secondarie, invece, puntano all’autorealizzazione e al pieno sviluppo del potenziale personale, inclusa la salute. Il contesto socio-culturale influenza gli stili di vita e la salute individuale, agendo come facilitatore o ostacolo al benessere personale: chi vive in un contesto stabile, può cominciare a pensare al futuro e all’immagine della sua vita e della sua salute in prospettiva.
Infatti, i determinanti di salute del contesto socio-culturale avvolgono gli stili di vita e l’individuo e possono fungere da facilitatori o da barriera alla salute della persona.

 

Secondo l’American College of Sport Medicine, occorre fare riferimento alla teoria dell’autodeterminazione di Deci e Ryan, riflettendo sulla loro visione delle necessità più elevate della persona, ovvero:

  • competenza (un senso di padronanza, di controllo, delle cose importanti per sé);
  • relazionalità (sentirsi accuditi, accettati e connessi agli altri);
  • autonomia ( sentirsi congruenti, liberi di scegliere, auto-approvarsi e auto-determinarsi)

I tre bisogni vengono soddisfatti quanto un individuo si sente:

  • libero nelle proprie decisioni;
  • accettato e supportato dagli altri;
  • capace di affrontare gli obiettivi da lui prescelti;

Si avrà forte senso di autodeterminazione e si sarà implicitamente motivati ad agire in linea con le proprie credenze e obiettivi.
Secondo gli autori, la motivazione attraversa un continuum che parte dall’amotivazione, alla motivazione estrinseca, fino alla motivazione intrinseca.

Le persone con motivazione estrinseca agiscono principalmente sotto pressioni esterne, per evitare sentimenti di colpa o per compiacere gli altri, od ottenere vantaggi secondari. Questa motivazione può aiutare a iniziare un comportamento, come una dieta per prepararsi per l’estate, ma spesso non è sufficiente per mantenerlo nel lungo termine, poiché dipende da fattori esterni che possono cambiare.

Al contrario, un individuo, dotato di motivazione intrinseca, metterà in atto un comportamento per la soddisfazione che l’attività stessa offre, come il godimento dell’esercizio fisico o del consumo di cibi sani. Coloro che sono intrinsecamente motivati hanno maggiori probabilità di impegnarsi regolarmente in un comportamento perché è stato inglobato nel proprio senso di sé o perché hanno un interesse intrinseco nell’attività, anche connessa al piacere dell’attività stessa, o il vantaggio tangibile che ne consegue (faccio una passeggiata, mi svago e scarico lo stress, controllo della pressione-glicemia-peso-dolore).
Nel caso della motivazione intrinseca, le persone si impegnano in un comportamento per il puro piacere o la soddisfazione che l’attività stessa offre, come il godimento dell’esercizio fisico o del consumo di cibi sani.
La motivazione intrinseca ha il più alto grado di autodeterminazione, ma può essere difficile da raggiungere perché, per molti versi, è perlopiù un viaggio piuttosto che un punto di arrivo.
Comprendere i livelli di motivazione può aiutare a sviluppare abitudini sane che continueranno in futuro. Passare dall’amotivazione alla motivazione intrinseca è possibile attraverso l’educazione, l’informazione, l’incoraggiamento da parte di terzi, le esperienze di successo e l’analisi degli eventuali insuccessi.
Sebbene non sia sempre possibile raggiungere una motivazione intrinseca, adottando un approccio ragionato positivo e fiducioso verso un obiettivo è possibile avanzare verso motivazioni note per il benessere o per cercare un vantaggio in termini di salute, al fine di aumentare la costanza e l’impegno. In altre parole, può non piacere affatto fare palestra, ma ci si è organizzati ad andare con un amico e, in fin dei conti, si sa che fa bene alla salute. Pertanto ci si “sforza”, calcolando rischi e benefici, cercando alleati e trovando compromessi sostenibili nel tempo.

Spesso si utilizza la metafora che paragona comportamenti virtuosi come l’esercizio fisico alle attività quotidiane come il lavarsi. Mentre lavarsi è un’attività automatica e costante, così dovrebbe essere l’adozione di abitudini salutari come l’esercizio regolare. Quando un comportamento diventa parte naturale della routine, simile al lavarsi, si indica una motivazione intrinseca forte.

Conclusioni

In questo primo articolo abbiamo analizzato l’importanza degli stili di vita, mettendo in relazione la salute con il comportamento e con la motivazione al cambiamento delle abitudini. Nel prossimo articolo, analizzeremo le più note teorie comportamentali e cercheremo di dare dei suggerimenti pratici col fine di fornire una via per iniziare un percorso virtuoso verso una salute migliore.

Uno speciale ringraziamento per la revisione di questo articolo va a Giusy Famiglietti e Serena Vadrucci (ASL Città di Torino)

 

Non perderti il prossimo articolo per saperne di più!

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