Molto spesso i medici e i dietisti consigliano una dieta povera di “zuccheri semplici”, soprattutto, ma non solo, ai soggetti affetti da diabete. Gli alimenti che maggiormente contengono zuccheri semplici sono i dolci, le bevande zuccherate, i succhi di frutta, le marmellate, il miele e ovviamente lo zucchero. Ha un razionale sostituire nella dieta lo zucchero raffinato “bianco” con lo zucchero di canna?
Lo zucchero da tavola deriva dalla canna da zucchero oppure dalla barbabietola da zucchero; da questi due alimenti, attraverso un processo di estrazione, si ottiene un composto di saccarosio e di melassa. Nel caso della barbabietola, la melassa viene sempre rimossa perché ha un sapore non gradevole, invece nel caso della canna da zucchero, la melassa può essere rimossa (tramite il processo di purificazione) per ottenere uno zucchero bianco raffinato, oppure può essere mantenuta in quota variabile per ottenere uno zucchero più marroncino. La melassa infatti ha una colorazione nerastra e anche una piccola quantità è sufficiente a donare il tipico colore ambrato-bruno allo zucchero di canna.
Dunque, spiegata la motivazione del colore dei diversi tipi di zucchero, esiste una differenza nutrizionale? No, perché lo zucchero “bianco” è composto al 100% di saccarosio, mentre lo zucchero di canna contiene saccarosio con tracce di melassa (dall’1 al 5%) che comunque è una sostanza molto calorica. Pertanto la differenza nutrizionale è veramente trascurabile.
Non c’è nessun razionale per preferire lo zucchero di canna rispetto a quello raffinato per ragioni di salute, anzi, bisognerebbe contenere il più possibile il consumo di qualsiasi tipo di zucchero, sia negli alimenti che nelle bevande.
Fonte
- Dario Bressanini, docente di chimica presso l’Università dell’Insubria.