Ora è dimostrato: tra i tanti effetti negativi, lo stress contribuisce ad accelerare il processo di incanutimento dei capelli, considerato uno dei segni distintivi dell’invecchiamento. In determinati casi, però, questo processo non è irreversibile. 

È vero: lo stress ci fa venire i capelli bianchi più in fretta del dovuto. L’ingrigimento dei capelli è uno dei segni distintivi dell’età avanzata e, oltre al tempo che passa, anche i fattori psico-sociali contribuirebbero ad accelerarne il processo. La buona notizia, però, è che si tratta di un fenomeno da cui si può tornare indietro: è quanto hanno scoperto i ricercatori della Columbia University, negli Stati Uniti, in uno studio in cui, per la prima volta, sono stati catalogati migliaia di immagini ad alta risoluzione di capelli e sono stati collegati a eventi di natura psicosociale. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista eLife.

I capelli bianchi sono un segno visibile dell’invecchiamento, che colpisce tutti. La perdita del colore è dovuta alla mancanza di melanina, pigmento presente nella pelle, negli occhi e anche nei capelli: con l’avanzare del tempo, le fibre di cheratina che compongono i capelli presentano meno melanina, rendendo la chioma delle persone in età avanzata  sempre più bianca. Non si tratterebbe di un fenomeno solo fisiologico: infatti, uno studio pubblicato su Nature nel 2020 suggerisce che alla base del processo vi siano, oltre alla genetica e allo scorrere del tempo, anche danni alle cellule responsabili di produrre la cheratina. Il responsabile: lo stress. Si tratta però di una ricerca condotta sui topi: fino a poco tempo fa, infatti, non esistevano evidenze in grado di trarre conclusioni del genere negli esseri umani, perché non esistevano strumenti di ricerca per mappare con precisione lo stress e il colore dei capelli nel tempo. Adesso, lo studio statunitense, condotto da Ayelet M. Rosenberg, sottolinea come la struttura dei capelli può contenere informazioni preziose sugli eventi passati della vita di una persona.

La ricerca in prima battuta ha riportato lo sviluppo di un nuovo metodo per catturare immagini altamente dettagliate di minuscole sezioni di capelli umani e digitalizzarle, in modo da quantificare la perdita di pigmento. I ricercatori hanno poi collegato, con un livello di risoluzione senza precedenti, gli eventi di incanutimento dei capelli con particolari eventi psicologici, come le situazioni di stress. Inoltre sono state misurate migliaia di proteine ​​contenute nei capelli e lo studio ha evidenziato come i livelli proteici cambino lungo la lunghezza di ciascun capello, con effetti sul colore: lo stress funzionerebbe da acceleratore del processo di incanutimento, e, in determinate condizioni, potrebbe essere invertito. 

L’ingrigimento dei capelli è una caratteristica visibile dell’invecchiamento biologico, che si credeva fosse in gran parte irreversibile, e finora è stato collegato allo stress psicologico, ma solo in maniera aneddotica”, dice Desmond J. Tobin, uno dei co-autori dello studio. “Questo metodo ha dimostrato che alcuni capelli bianchi o grigi possono riacquistare naturalmente la pigmentazione, cosa che non è stata mai segnalata prima in individui sani. Sulla base dei nostri modelli matematici, pensiamo che i capelli debbano raggiungere una soglia prima di diventare bianchi. Nella mezza età, quando i capelli sono vicini a quella soglia a causa dell’età biologica e di altri fattori, lo stress li spingerà oltre la soglia e passeranno al grigio”. Gli studi sono preliminari e necessitano di ulteriori indagini, non solo per capire cosa succede alle chiome canute: comprendere i meccanismi che consentono ai capelli di tornare ai loro stati “giovani”, ricchi di melanina, infatti, potrebbe fornire nuovi indizi sull’invecchiamento in generale e su come esso è influenzato dallo stress. I dati sembrano andare nella direzione che l’invecchiamento umano non è un processo biologico lineare e fisso, ma può, almeno in parte, essere interrotto o addirittura temporaneamente invertito.

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