Stili di vita e prevenzione

A causa dell’invecchiamento della popolazione globale e allo stile di vita, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) prevede che assisteremo a più di 35 milioni di nuovi casi di cancro entro il 2050, ovvero un aumento del 77% rispetto ai 20 milioni di casi stimati nel 2022, con costi personali ed economici enormi.
La maggior parte dei tumori ha un’eziologia (causa) complessa che coinvolge fattori genetici, ambientali e di stile di vita, nonché le loro interazioni. Dato che una percentuale relativamente bassa di casi di tumori può essere attribuita solo ed esclusivamente a difetti genetici, molti tumori possono essere descritti come, almeno in parte, prevenibili. Infatti, si stima che il 30%-40% dei tumori possa essere prevenuto (prevenzione primaria) attraverso alterazioni nei fattori di rischio modificabili come l’esposizione ambientale, il fumo, una dieta non sana, un eccesso di peso corporeo, il consumo di alcol e l’inattività fisica. In particolare per l’inattività fisica è dimostrato un rischio maggiore di sviluppare tumori al seno, all’endometrio, alle ovaie, alla prostata, al colon e al retto. D’altro canto, essere fisicamente attivi è associato a una diminuzione del rischio di tumori alla vescica, al seno, al colon, all’endometrio, all’esofago, all’adenocarcinoma, al rene e allo stomaco, con riduzioni del rischio che vanno dall’8 al 28%, a seconda del tipo di cancro.

Ma quando parliamo di attività fisica adatta per la prevenzione del cancro, precisamente, di cosa stiamo parlando?
L’American Cancer Society e l’OMS, per la prevenzione e il trattamento del cancro, raccomandano 150-300 minuti di attività fisica moderata o 75-150 minuti di attività fisica di intensità vigorosa a settimana, o una combinazione equivalente, meglio se associata ad esercizi di rinforzo muscolare almeno due volte a settimana. Le linee guida aggiornate dell’American college of Sport Medicine (ACSM) del 2019 sull’esercizio fisico per le persone con diagnosi di cancro hanno affermano che l’allenamento fisico è generalmente sicuro e ben tollerato per gestire gli effetti acuti, a lungo termine e tardivi del cancro
Infine, è bene ricordare che un sano stile di vita rende la persona più sana e forte attraverso una migliore sopportazione del carico di una eventuale malattia, come vedremo nei prossimi paragrafi.

Attività fisica e diagnosi di cancro

Alcuni studi hanno esaminato la correlazione tra l’attività fisica e la responsività ai test diagnostici. In alcuni casi, infatti, essere fisicamente attivi può modificare la sensibilità e/o la specificità ad alcuni i test di screening. In altri casi, invece, l’esercizio può essere fonte di rilevamento del cancro evidenziando sintomi che suggeriscono una recidiva o una diffusione metastatica come dolore, problemi neurologici o problemi funzionali. Questi sintomi “rilevati dall’esercizio” possono consentire un rilevamento precoce della recidiva o della diffusione metastatica.

L’attività fisica nella preparazione ed efficacia del trattamento

Nel corso del tempo, l’uso dell’attività fisica come preparazione ai trattamenti per il cancro ha guadagnato un crescente interesse clinico dimostrando un miglioramento della resistenza fisica e psicologica, utili per far fronte al trattamento e migliorare il recupero.. Sebbene non ci siano molti studi disponibili, le prove attuali suggeriscono comunque che l’esercizio migliori molti parametri di salute ed è comunque da raccomandare, scoraggiando la sedentarietà.

L’attività fisica, inoltre, può influenzare l’efficacia/l’adattamento del trattamento attraverso un effetto diretto sulla crescita del tumore e sulle metastasi. Infatti, l’esercizio “ruba” nutrimento ad alcuni tipi di tumore a beneficio del muscolo e potenzia il sistema immunitario), aumenta la tolleranza del trattamento e facilita la gestione della tossicità.

Attività fisica ed esercizio contro gli effetti del cancro

L’attività fisica è quindi una strategia consolidata, sicura, conveniente e non farmacologica per aumentare la massa e la forza muscolare, migliorando la funzionalità quotidiana sia negli individui sani che affetti da patologie croniche.

L’American College of Sports Medicine (ACSM) ha fornito alcune indicazioni pratiche basate su frequenza, intensità, tempo e tipo di cancro (FITT). Ciononostante, vanno comunque considerati gli effetti collaterali che potrebbero esserci come stanchezza e ipersonnia.

Una recente revisione narrativa dell’ACSM ci mostra i benefici dell’attività fisica contro i principali effetti avversi del cancro:

Scendendo nei particolari, la cachessia oncologica è una sindrome multifattoriale caratterizzata da perdita di peso progressiva e involontaria, specialmente a carico del muscolo.
Si ritiene che la capacità dell’esercizio di gestire la cachessia sia attribuita alla sua capacità di contrastare l’aumento dei fattori infiammatori sistemici, migliorare la funzione dei mitocondri (le centrali energetiche del nostro corpo), promuovere l’omeostasi, regolare il metabolismo muscolare e aumentare la salute nella gestione energetica dei nutrienti.
L‘esercizio migliore è sempre quello personalizzato su misura della persona, ma in linea generale è importante iniziare sia con attività di rinforzo muscolare (corpo libero, pesi, elastici), e attività aerobiche come passeggiate, cyclette, nuoto.

Per quanto riguarda la cardiotossicità, le persone con patologie oncologiche hanno un rischio maggiore del 37% di sviluppare malattie cardiovascolari di ogni tipo (CVD) e un rischio maggiore del 52% di ictus, sostanzialmente connessi alla chemioterapia e all’inattività fisica. In questo contesto, l’aumento dell’attività fisica e l’incorporazione di esercizi strutturati hanno la capacità di proteggere la salute cardiovascolare durante il trattamento e migliorare la salute cardiometabolica attraverso importanti azioni sulla riduzione del carico dell’infiammazione cronica, la produzioni degli antiossidanti e il miglioramento del contenuto e della qualità mitocondriali.
Le prove disponibili suggeriscono che sia l’allenamento aerobico ad intensità moderata che ad alta intensità sono efficaci nel prevenire e trattare le malattie cardiovascolari nei pazienti oncologici.

La fatica correlata al cancro è definita dal National Comprehensive Cancer Network come un senso angosciante, persistente e soggettivo di stanchezza o esaurimento fisico, emotivo e/o cognitivo correlato al cancro o al trattamento del cancro che non è proporzionale all’attività recente e interferisce con il normale funzionamento della persona. Essa si verifica come conseguenza del cancro stesso e come effetto collaterale del trattamento del cancro e può essere un sintomo precoce di malattia (40% dei pazienti) o come effetto collaterale della chemioterapia (80% dei pazienti) o della radioterapia (90% dei pazienti).
Anche in questo caso, l’attività fisica è un valido alleato. Infatti, è ben noto che l’esercizio aerobico moderato agisca sia sui fattori metabolici connessi alla fatica, sia sulla riduzione della fatica stessa misurabile in termini di qualità della vita.
La posologia dell’esercizio varia dai 10 ai 90’, in media tre volte a settimana, con un livello di fatica moderata (fiatone da riuscire ancora a parlare).

Infine, la mucosite, ovvero l’infiammazione della mucosa del cavo orale è comune tra i pazienti oncologici. Inoltre, nausea, vomito, diarrea, afte, deglutizione dolorosa, ulcere intestinali e dolore addominale sono tra gli effetti collaterali più segnalati dei trattamenti contro il cancro e contribuiscono al minor appetito, difficoltà digestive, perdita di peso, riduzione della qualità della vita e all’aumento della mortalità. La letteratura attuale supporta l’idea che l’attività fisica possa modulare i microbi intestinali (una delle probabili cause delle problematiche sopra menzionate) e di conseguenza migliorare i risultati dei pazienti nel contesto del cancro e delle sue terapie, con miglioramenti più incoraggianti osservati nei tumori del colon-retto, della mammella e della prostata. In generale, gli individui che sono fisicamente attivi hanno mostrato livelli aumentati di batteri responsabili della produzione di acidi grassi a catena corta nell’intestino, fonti vitali di energia con un ruolo importante nel mantenimento dell’equilibrio tra il sistema immunitario dell’ospite e il microambiente intestinale e possono svolgere un ruolo importante nella risposta dell’organismo alla malattia.

Va inoltre considerato che sintomi come ansia e sindrome depressiva hanno un forte impatto sulla qualità della vita e possono essere frequenti nei pazienti affetti da cancro. Ci sono prove solide che l’esercizio fisico abbia la possibilità di ridurne l’intensità sia per effetti intrinseci dell’esercizio stesso, a causa della produzione delle endorfine, sia per effetti connessi al contesto come l’interazione sociale, le attività supervisionate o di gruppo, il senso maggiore autoefficacia.

Conclusioni

Un’adeguata valutazione iniziale delle condizioni di salute della persona è indispensabile al fine di concordare una proposta individuale di esercizio fisico che abbia l’obiettivo di alleviare il peso della malattia e delle cure e successivamente migliorare la qualità della vita e aumentare la sopravvivenza.
A causa della grande debilitazione fisica, il professionista sanitario dovrebbe monitorare i primi segnali di scarsa tolleranza all’allenamento e adattare di conseguenza la dose di esercizio in collaborazione con il team clinico di riferimento.
Il dosaggio iniziale può anche essere molto basso inserendo attività più intense ed esercizi di forza e resistenza solo successivamente.

Per l’importanza delle attività e per la delicatezza necessaria in questi ambiti, è sempre bene rivolgersi a un professionista sanitario come un fisioterapista che dovrebbe offrire ai pazienti con cure oncologiche attive, in fase acuta e post acuta tutte le cure riabilitative del caso. La riabilitazione post patologia oncologica è gratuita in convenzione con il sistema sanitario nazionale con l’esenzione 048 e prescrizione del medico di riferimento (medico di famiglia o fisiatra in base ai regolamenti delle singole Regioni). Gli esperti raccomandano comunque di lavorare in collaborazione con il team di trattamento oncologico, al fine di adattare al meglio l’attività al paziente e alle cure.

Il consiglio di rivolgersi a un team di esperti deriva dal fatto che altri lavoratori del settore sportivo o del benessere, potrebbero non riuscire a garantire elevati standard di sicurezza in termini di salute e un programma non adeguato potrebbe portare la persona a infortuni o inasprimento dei sintomi.

 

Bibliografia

OMS, Attività fisica

Multisymptom Burden in Cancer Survivors: Benefits of Physical Activity 2024

Cardaci, Thomas D.; VanderVeen, Brandon N.; Bullard, Brooke M.; Carson, James A.; Murphy, E. Angela. Multisymptom Burden in Cancer Survivors: Benefits of Physical Activity. Exercise, Sport, and Movement 2(4):e00029, Fall 2024. | DOI: 10.1249/ESM.0000000000000029

Campbell, K. L., Winters-Stone, K. M., et al. (2019). Exercise Guidelines for Cancer Survivors: Consensus Statement from International Multidisciplinary Roundtable. Medicine and science in sports and exercise, 51(11), 2375–2390.

Physical Activity and the Person with Cancer, American Cancer Society 2022

Associazione Italiana Ricerca sul Cancro. Quali benefici dall’attività fisica. 2024

Bullard, Brooke M.; VanderVeen, Brandon N.; Cardaci, Thomas D.; Carson, James A.; Murphy, E. Angela. Mechanistic Insight into Physical Activity Pleiotropy in Cancer Prevention. Exercise, Sport, and Movement 2(4):e00027, Fall 2024. | DOI: 10.1249/ESM.0000000000000027

Yang, L., Courneya, K. S., & Friedenreich, C. M. (2024). The Physical Activity and Cancer Control (PACC) framework: update on the evidence, guidelines, and future research priorities. British journal of cancer, 131(6), 957–969. https://doi.org/10.1038/s41416-024-02748-x


Iscriviti alla Newsletter

* Richiesti
Scegli la newsletter
Consenso all’utilizzo dei dati

Aging Project userà le informazioni che fornisci al solo scopo di inviarti la newsletter richiesta.

Puoi annullare l'iscrizione in qualsiasi momento cliccando sul link che trovi nel footer dell'email. Per informazioni sulla Privacy Policy clicca qui.

Cliccando su "Acconsenti", accetti anche che le tue informazioni saiano trasferite a Mailchimp per l'elaborazione. Ulteriori informazioni sulle privacy di Mailchimp qui