Alla domanda “fai attività fisica?”, i pazienti riferiscono spesso ai professionisti sanitari di essere già sufficientemente “attivi”, poiché svolgono un lavoro pesante o che richiede di camminare molto. Infatti, lavori come l’artigiano edile, il parrucchiere o l’infermiere in reparto, offrono la possibilità di fare molto movimento, evitando l’etichetta di “sedentari”.

Ma l’attività fisica sul luogo di lavoro è realmente benefica per la salute? Può sostituire l’attività fisica nel tempo libero?

Il paradosso dell’attività fisica: quando fa bene e quando fa male?

Al pari di qualsiasi principio attivo farmacologico, l’attività fisica può avere sia effetti benefici che effetti avversi; questo è un interessante spunto datoci da un editoriale pubblicato sul British Journal of Sport Medicine che parla di “paradosso dell’attività fisica”.

 

Le più recenti linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, identificano l’attività fisica come uno dei principali determinanti di salute per la prevenzione e il controllo delle malattie, nonché per la longevità consigliando di praticarla regolarmente, come già discusso in altri articoli.
Tuttavia, l’attività fisica connessa al lavoro può avere effetti opposti per la salute cardiovascolare e influire sulla mortalità precoce.
Tralasciando le conseguenze connesse allo stress emotivo, al tempo sottratto alla famiglia, alla cura di sé e alla possibilità di incorrere in infortuni e malattie professionali, l’attività fisica lavorativa, se non ben compensata da quella svolta nel tempo libero, può essere poco salutare per i motivi riassunti nella tabella sottostante.

Attività fisica  Parametri Risposta fisiologica  Effetto sulla salute 
Nel tempo libero
  • Intensità regolabile secondo necessità e piacere;
  • Posture dinamiche;
  • Tempo di riposo autogestiti;
  • Personalizzazione dei movimenti e degli esercizi;
  • Obiettivi personali specifici
  • Miglioramento della salute cardio respiratoria;
  • Abbassamento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa;
  • Miglioramento di forza, flessibilità, equilibrio e resistenza;
  • Effetto antinfiammatorio
  • Miglioramento della salute in generale: 
  • Aumento dell’aspettativa di vita.
Connessa al lavoro 
  • Intensità molto bassa, ma per periodi lunghi;
  • Improvvisi sforzi molto intensi, anche senza adeguata preparazione fisica (senza riscaldamento preliminare);
  • Posture statiche e molto ripetitive;
  • Riposo dettato dai ritmi lavorativi;
  • Scarsa o nulla personalizzazione dei gesti tecnici;
  • Stanchezza e\o poco motivazione a svolgere attività fisica nel tempo libero
  • Nessun effetto sulla salute cardiorespiratoria; 
  • Aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa;
  • Possibilità di decremento di forza, resistenza è flessibilità, connessi al normale invecchiamento; 
  • Aumento dell’infiammazione sistemica
  • Riduzione della salute cardiovascolare;
  • Problemi e dolori muscolo scheletrici;
  • Riduzione dell’aspettativa di vita.

 

Attività fisica a lavoro: un’opportunità da cogliere

La maggioranza degli adulti dedica al lavoro almeno un terzo della propria giornata, 5 giorni su 7. Per questo motivo, occorre focalizzarsi sulle opportunità da cogliere per fare movimento, con i giusti dosaggi, anche sul luogo di lavoro. Infatti, alcuni studi hanno provato a proporre modulazioni dell’attività fisica su misura, in orario di servizio. I risultati mostravano che questi interventi potevano effettivamente essere utili alla riduzione del rischio di malattie, migliorando al contempo la salute mentale, riducendo l’assenteismo e migliorando di conseguenza la produttività. Per esempio, pause attive di stretching e di rilassamento possono essere utili per i lavoratori con mansioni più pesanti e, al contrario, sessioni di esercizio aerobico al tapis roulant si sono rivelate utili per lavori molto sedentari.
Detto questo, un’oggettiva valutazione della mansione lavorativa unita a una corretta valutazione sanitaria del lavoratore, potrebbero essere un’opportunità per personalizzare la quantità e qualità di movimento, garantendo così un’attività fisica benefica.

Correre ai ripari da caso a caso

Sebbene non esistano in letteratura delle indicazioni complete e specifiche connesse alle svariate mansioni lavorative, l’esperienza clinica e gli studi disponibili offrono degli spunti interessanti per modulare l’attività fisica in base al tipo di lavoro e ottimizzare i benefici per la salute riducendo il più possibile i rischi. Facciamo alcuni esempi considerando che ogni piccola modifica dello stile di vita può avere grandi effetti sulla salute e ogni individuo ha il potere di esercitare il controllo sulle proprie abitudini:

  • un lavoratore dell’edilizia potrebbe accorgersi che spesso fa sforzi a freddo e decidere di iniziare da lavori più semplici in modo da fare “riscaldamento” in funzione di quelli più pesanti, utilizzando la migliore ergonomia possibile e avendo cura di fare stretching in pausa pranzo e a fine turno. Per questo tipo di lavoratore, potrebbe essere più utile un’attività fisica extra lavorativa di tipo aerobico, dove si cercherà di migliorare la salute cardiorespiratoria, dato che la forza è già ampiamente sollecitata sul luogo di lavoro;
  • un infermiere che compie oltre 10000 passi al giorno in reparto, sta molto in piedi ma non fa particolari sforzi fisici, potrebbe fare delle pause sedendosi e fuori dal lavoro dedicarsi ad attività di rinforzo muscolare, al fine di potenziare o mantenere la forza fisica e migliorare la salute cardiovascolare e cardiorespiratoria eseguendo allenamenti ad alta intensità;
  • un parrucchiere che sta molto in piedi con le braccia alzate, potrebbe dotarsi di sedie regolabili in altezza e sgabelli per puntare sull’ergonomia. Nel tempo libero potrebbe eseguire dell’attività aerobica per compensare ciò che non fa durante le ore lavorative. Sarà indispensabile un programma di rinforzo muscolare per condizionare la parte superiore del corpo in modo che resista meglio alle sollecitazioni imposte dal lavoro ripetitivo.
  • un impiegato amministrativo che passa molte ore seduto davanti al PC, potrebbe organizzarsi per recarsi a piedi o in bici sul luogo del lavoro, evitare la posizione seduta per più di 30 minuti di seguito con breve pause attive in piedi, cogliere ogni occasione per fare le scale o per fare brevi uscite. Anche in questo caso, fuori dall’attività lavorativa, sarebbe indicato un programma di attività fisica a multicomponente.

I lavoratori con mansioni fisicamente molto impegnative, invece, potrebbero trovare difficoltà nell’introdurre un’attività fisica aggiuntiva nel tempo libero a causa della stanchezza.
In questo caso, si potrebbe valutare la possibilità di eseguire specifici esercizi di consapevolezza e rilassamento (o di mediazione), come la respirazione diaframmatica, con lo scopo di abbassare la frequenza cardiaca e alleviare in generale lo stress, nonché favorire il sonno.

Detto questo, è ragionevole concludere che tutte queste valutazioni potrebbero essere fatte anche a carico del datore di lavoro, come buona prassi di welfare aziendale con possibili vantaggi a carico della salute e della longevità del lavoratore.

Suggerimenti pratici

Tenendo in considerazione i diversi casi specifici, qui di seguito mostriamo alcuni suggerimenti generali che possono aiutare a modulare i parametri dell’attività fisica connessa al lavoro.

  • Concentrarsi sempre sulla corretta postura ed ergonomia;
  • Evitare posizioni statiche, come stare seduti o in piedi per periodi prolungati;
  • Intervallare periodi di sforzo sostenuto con pause di movimento dinamico o di rilassamento;
  • Considerare se ci sono alternative fisicamente più sostenibili per compiere attività pesanti e\o ripetitive;
  • Prendere in considerazione delle attività di recupero attivo come lo stretching o la mindfulness per la riduzione dello stress;
  • Evitare attività ad alto rischio, non in sicurezza, che potrebbero causare lesioni;
  • Compensare la sedentarietà con attività fisica fuori dall’orario di servizio;
  • Utilizzare l’attività fisica fuori dall’orario di servizio, al fine di condizionare il proprio fisico a sopportare meglio il lavoro;
  • Adottare un sano stile di vita in generale, compresa una sana alimentazione e un corretto riposo.

Sebbene l’attività fisica e l’esercizio nel tempo libero svolgano un ruolo fondamentale per la salute e la longevità, ci sono prove che indicano il contrario per quanto riguarda le attività svolte durante il lavoro. Infatti, il lavoro può essere eccessivamente sedentario o eccessivamente dinamico, con pause più o meno autogestite e potenzialmente fonte di stress per l’organismo.
Occorre tenere in considerazione che gruppi di lavoratori in posizione di svantaggio socio-economico-culturale, potrebbero essere ancora più esposti ai rischi di una inadeguata attività fisica e stili di vita scorretti.

Un’accurata valutazione del luogo e del tipo di lavoro, quindi, possono essere strumenti utili al fine di progettare interventi sull’attività fisica per il proprio benessere psicofisico.

 

A cura di Agatino Sanguedolce e Carmela Rinaldi

 

Bibliografia

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