Dopo il cervello, è l’organo più complesso che abbiamo: stiamo parlando del rene, fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio idrico e nello smaltimento di sostanze tossiche che derivano dal metabolismo delle proteine.

Col passare del tempo, questo delicato ed efficientissimo filtro del nostro corpo invecchia, rischia di sviluppare delle malattie e di funzionare male: oggi ne parliamo con il Professor Vincenzo Cantaluppi, direttore della struttura complessa a direzione universitaria di Nefrologia e Trapianto Renale dell’Ospedale Maggiore di Novara, che, nel progetto Aging, si occupa dello studio delle lesioni renali acute nell’anziano.

Professor Cantaluppi, può farci un quadro generale delle malattie del rene nella persona anziana?

Con l’andare avanti dell’età sappiamo che c’è una perdita della massa funzionale del rene e una riduzione della filtrazione glomerulare, che è la funzione principale di questo organo molto complesso.

Se nel paziente anziano ci sono altre malattie in corso, poi, che siano sistemiche o a carico del rene stesso, questa curva discendente della sua funzione prende una preoccupante accelerazione, fino ad arrivare a malattia renale avanzata o ad aver bisogno della dialisi o del trapianto di rene.

Nel nostro ospedale, abbiamo registrato un progressivo aumento di pazienti anziani con patologie nefrologiche, che richiedevano questo tipo di trattamenti sostitutivi: è bene per noi tenere a mente questo andamento, sintomo di una società che invecchia.

Come si può valutare l’invecchiamento del rene?

 Come tutti gli organi, il rene, con l’invecchiamento, va incontro a una parziale perdita delle sue capacità funzionali, soprattutto per quanto riguarda la velocità di filtrazione glomerulare e l’eliminazione della creatinina dal sangue, il parametro che può essere direttamente tenuto sotto controllo dalle analisi.

Infatti, entrambi questi due parametri sono fondamentali per valutare la funzione renale, perché se ci si basa solo sulla quantità di creatinina nel sangue, la creatininemia, si può stimare erroneamente la funzione renale: negli anziani, che possiedono minore massa muscolare, un aumento del valore di questo parametro, seppur lieve e magari ritenuto poco influente dal medico di medicina generale, può nascondere una perdita della funzione renale anche del 50%.

Per questo è importante fare una diagnosi accurata e composta da più passaggi, che non si fermi solo alle analisi del sangue.

Qual è l’impatto di queste patologie sulla salute generale e sulla qualità della vita dell’anziano?

Uno dei veri problemi della malattia renale cronica è che, nei primi stadi, è una malattia silente, che non si manifesta in maniera evidente, con sintomi veri e propri. Soprattutto nelle persone anziane, questa si manifesta quando già c’è una compromissione renale importante.

È per questo che c’è l’esigenza di una diagnosi precoce molto efficiente: quando si giunge ai livelli avanzati, la malattia renale cronica è responsabile di un invecchiamento precoce generalizzato, non solo a carico del rene ma di tutti gli altri organi che sono implicati nella malattia renale stessa.

Tra le funzioni del rene c’è quella di mantenere un equilibrio di acqua e sali adeguato, mantenere l’equilibrio acido base, produrre diverse sostanze (tra cui l’eritropoietina e la vitamina D) e di eliminare molte sostanze tossiche che derivano dal metabolismo delle proteine. Se la funzione renale è insufficiente, le sostanze tossiche non possono essere eliminate, circoleranno nel sangue e, raggiungendo altri organi, potrebbero danneggiarli.

Infatti, le persone che soffrono di queste patologie hanno delle caratteristiche precise, legate all’invecchiamento precoce: poca massa muscolare, fragilità ossea, incidenza elevata di eventi cardiovascolari e di alterazioni del sistema immunitario, cruciali nello sviluppo eventuale di una sepsi o di insorgenza di tumori.

Quali sono le cause principali di queste malattie? Ci sono dei fattori di rischio?

 I principali fattori di rischio sono costituiti dalle patologie che più si associano, per lo meno nel mondo occidentale, all’insufficienza renale cronica: ipertensione, diabete e nefropatie, che sono le malattie che colpiscono il rene.

Comunque sia, indipendentemente dalla causa iniziale, alla fine si innescano dei meccanismi patologici che portano alla perdita della funzione del rene. Un aspetto sottovalutato, invece, sono gli eventi di insufficienza renale acuta che possono verificarsi durante il ricovero in ospedale: spesso, passati questi episodi, si verifica una perdita nella funzione di filtrazione del rene, fino ad arrivare a stadi di cronicizzazione della malattia renale.

Mi sembra di capire che la vera chiave per trattare in modo adeguato queste malattie è quella di riuscire a ottenere una diagnosi precoce.

Esattamente, in questo senso è utile fare diagnostica preventiva: una volta l’anno la Società Internazionale di Nefrologia, a cui afferiscono le società scientifiche nefrologiche americane ed europee, ha istituito la Giornata Mondiale del Rene, in cui si cerca di trasmettere alla popolazione l’importanza della prevenzione delle patologie nefrologiche tramite analisi del sangue e urine.

Sono importanti anche altri tipi di esami, come quelli di imaging: un’ecografia renale, infatti, può indicare in modo efficace un problema: ad esempio, la malattia renale cronica si associa una riduzione del volume dei reni. Quindi, esami del sangue, delle urine ed ecografia sono i tre cardini della diagnostica precoce.

C’è qualcosa che si può fare, nella pratica, a scopo preventivo?

Affinché ci sia un’adeguata prevenzione, a questi si aggiungono azioni che fanno parte degli stili di vita sani: mantenere una pressione arteriosa adeguata, evitare obesità e dismetabolismo lipidico, evitare di introdurre molto sale o molte proteine nella dieta, tutte cose che mettono sotto stress i reni.

La dieta, infatti, gioca un ruolo importante: è stato ampiamente dimostrato che nelle patologie renali c’è anche un’alterazione del microbiota intestinale. Astenersi dal fumo e mantenere un’attività fisica adeguata, inoltre, sono tutte cose che non solo fanno bene al cuore, ma anche al rene, anche perché i due organi sono strettamente interconnessi.

 

 

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