Quarto episodio della nostra rubrica sull’healthy aging: questa volta tocca ai 60enni, ma se siete più giovani potete recuperare i consigli per i 30enni, per i 40enni e per i 50enni.
La decade dei 60 è un nuovo giro di boa o se preferite un momento di grandi cambiamenti, ma in fondo ogni decade lo è, per ciascuno secondo le proprie caratteristiche psico-fisiche e per gli eventi che ci accadono. Tuttavia non possiamo negare che da un punto di vista socio-culturale i 60 anni assumono un significato particolare.
La decade dei 60 è quella in cui si entra ufficialmente nella coorte degli anziani: gli studi scientifici adottano generalmente la soglia dei 65, a volte anche dei 60 anni, per studiare le persone anziane. Un tempo era anche la decade della pensione, ma hanno deciso che continuare a lavorare oltre poteva essere molto salutare (almeno per il sistema pensionistico).
E quindi eccoci qui di nuovo con i nostri consigli smart per affrontare al meglio questa decade. Questa volta includiamo qualche esame e trattamento medico in più, seguendo le linee guida, ma ricordiamoci che è sempre meglio discutere questi consigli con il proprio medico che saprà darci le indicazioni più adatte a noi. E’ possibile che in questa fase della vita qualche malattia o qualche acciacco cominci a bussare alla nostra porta: in questo caso ancora di più la relazione con il nostro medico deve essere basata su fiducia e ascolto.
Prima di procedere però un promemoria di quei pilastri che nell’arco di tutta la vita ci permettono di invecchiare in salute: se nell’arco delle decadi precedenti sono diventati per voi un’abitudine, non avrete difficoltà a ricordali (una buona memoria dovrebbe esserne una conseguenza), ma in ogni caso vi consigliamo di scaricare i nostri ebook di lifestyle medicine.
Fai il vaccino contro l’Herpes zoster
Se avete provato il dolore dell’Herpes zoster, di sicuro non volete mai più provarlo. Se non lo avete mai provato, fidatevi, non volete provarlo. L’Herpes zoster conosciuto comunemente come Fuoco di Sant’Antonio è causato da una riattivazione del virus della varicella: questo virus rimane latente nei nervi senza fare danni, ma quando il sistema immunitario comincia a essere meno efficiente, per esempio a causa dell’avanzare dell’età, si risveglia e scatena l’infezione. Non si tratta di una patologia grave (è curabile), il sintomo principale è il dolore, che si manifesta insieme a un’eruzione cutanea (vescicole pruriginose piene di liquido) lungo il nervo colpito: il torace e l’addome sono le aree più colpite, ma possono essere colpiti anche nervi del viso e degli occhi. Si tratta di una malattia molto fastidiosa, ma la cosa peggiore sono le complicazioni che ne possono sorgere, la più frequente la nevralgia post-erpetica, in cui il dolore può protrarsi e in alcuni casi diventare cronico.
Si stima che almeno una persona su cinque oltre i 50 anni possa sviluppare la nevralgia post-erpetica come risultato dell’Herpes zoster. Ora che i 50 li hai superati potrebbe essere una buona idea fare il vaccino. Il nostro Servizio Sanitario Nazionale la prescrive dai 65 anni.
Approfitta degli sconti per gli over
Invecchiare può avere i suoi vantaggi…economici. Dopo i 60 anni (e ancora di più dopo i 65) numerosi servizi hanno un prezzo ridotto. Le occasioni per migliorare il proprio benessere a prezzo ridotto aumentano con l’età, che si tratti di cultura e arte (cinema, concerti, teatri e musei) o di viaggi (treni e mezzi pubblici), di alimentazione (alcuni supermercati) o di comunicazione (tariffe telefoniche). Sono tutti benefit maturati che vanno nel conto della qualità della vita se impariamo a sfruttarli. L’esperienza estetica data dalla fruizione dell’arte per esempio è oggetto di studi da parte delle neuroscienze per i suoi benefici su diverse funzioni cognitive, sulle emozioni, sulla qualità della vita.
Secondo Susan Magsamen direttrice dell’ International Arts + Mind Lab, del Brain Science Institute alla scuola di medicina Johns Hopkins descrive l’esperienza estetica come un superpotere evolutivo:
Il potere dell’arte è sempre stato con noi, ma la comprensione del suo impatto sul cervello è relativamente recente. La ricerca ora chiarisce che la fruizione o la creazione di opere d’arte scatena un’interazione dinamica tra le cellule cerebrali, che porta a miliardi di cambiamenti che influenzano i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre azioni. Questa conoscenza eleva l’arte a superpotere per il suo potenziale di guarigione ed empowerment. In effetti, se dovessimo progettare uno strumento da zero per migliorare l’apprendimento, la salute e il benessere generale, sarebbe simile all’arte.
Fate ordine pensando a quello che lascerete
Parlare di morte è ancora un tabù, figuriamoci se si tratta di cominciare a pensare alla nostra di morte! Invece il nostro consiglio è quello di cambiare prospettiva: non un pensiero angosciante della morte, ma un graduale prepararsi e preparare il mondo per quando non ci saremo più. Per questo sposiamo una nuova moda, dopo quella del decluttering di Marie Kondo, che ci sembra appropriata in particolare a partire dai 60 anni. Per essere sicuri di vendere qualche copia, gli editori italiani del libro che ha lanciato questa nuova moda hanno scelto un titolo neutro: “La nobile arte svedese di mettere in ordine” di Margareta Magnusson, in inglese si intitola “The Gentle Art of Swedish Death Cleaning: How to Free Yourself and Your Family from a Lifetime of Clutter”. (In svedese döstädning ha praticamente lo stesso significato dell’inglese).
Quindi si tratta di mettere in ordine e di ridurre all’essenziale le cose accumulate, scegliendo che cosa è importante tenere cosa lasciar andare, ma si tratta anche di lasciare tutto in ordine per chi resterà dopo la nostra morte.
Come scrive la Magnusson:
Molte persone non riescono a concepire la morte. E spesso lasciano dietro di loro un gran casino. Pensano forse di essere immortali?
Si tratta di un processo delicato e non facile, che ci permette di ripercorrere il nostro passato e i nostri ricordi attraverso gli oggetti che abbiamo accumulato e tra questi decidere che cosa è importante tenere per gli anni a venire, che cosa vogliamo lasciare in eredità come ricordo di noi e di che cosa fin d’ora possiamo liberarci, magari donandolo a qualcuno che potrà dargli una seconda vita.
Come spiega Magnusson:
Molti svedesi considerano la prima metà della loro vita come un’opportunità per accumulare ricchezza, conoscenza e beni; e la seconda metà della loro vita come un modo per disseminare questo valore in modo appropriato nei luoghi e nelle persone giuste.
Sindrome del nido vuoto? Crea nuove relazioni
Se avete figli, la decade dei 60 anni potrebbe essere quella in cui si manifesta la cosiddetta sindrome del nido vuoto. I figli sono andati via di casa, hanno spiccato il volo e il vostro ruolo genitoriale è definitivamente venuto meno (per qualcuno sarà già successo nella decade precedente, ma a questo punto il distacco dovrebbe essere definitivo per tutti).
Alcune persone quindi potrebbero vivere un senso di vuoto, una sorta di lutto: forse non è il caso di parlare di una sindrome depressiva, almeno non nella maggior parte dei casi, ma di un nuovo cambiamento che implica lasciar andare una parte di noi, per scoprirne di nuove. O riscoprirne. Qualcuno sarà già impegnato nel nuovo ruolo di nonno, ma per chi non avesse nipoti ci sono moltissime situazioni in cui una persona over 60 può sentirsi utile per le persone intorno e per la società. A partire dalla relazione di coppia, ma anche dalle amicizie vecchie e nuove. Ci sono poi organizzazioni di volontariato che non aspettano altro che il vostro aiuto per portare avanti le loro attività.
Fai una colonscopia
Non è il consiglio più piacevole del mondo, ma è un consiglio salvavita: i tumori del colon-retto sono la terza neoplasia più comune negli uomini e la seconda nelle donne. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi in Italia è pari al 65% negli uomini e 66% nelle donne. Neanche a dirlo la diagnosi precoce fa la differenza, per questo già dai 50 anni sono attivi in Italia piani di screening. Cambia molto in base alla Regione in cui ci troviamo: in generale l’offerta di screening prevede il test del sangue occulto nelle feci, un esame non invasivo. Se risulta positivo si prosegue con la colonscopia, come esame di approfondimento.
In alcune Regioni invece, si salta questo passaggio e come test di screening viene proposta l’esecuzione della rettosigmoidoscopia o della colonscopia che permette di esaminare l’intero colon retto.
Tieni in ordine le carte
In questo caso l’esigenza è tutta pratica: fare in modo che in caso di necessità anche altre persone riescano a districarsi tra le carte e la burocrazia che fanno parte della nostra vita quotidiana. La documentazione sanitaria, compreso l’elenco dei farmaci, ma anche i dati di accesso a conti correnti, dichiarazioni dei redditi, proprietà immobiliari, pagamenti e debiti.
Questa decade potrebbe essere anche quella giusta per lasciare raccomandazioni chiare su cosa volete che sia fatto in caso di malattia grave, ospedalizzazione o di morte. Il tasso di mortalità aumenta inevitabilmente con l’avanzare degli anni, a 60 anni abbiamo ancora la lucidità e la chiarezza mentale per decidere queste cose in maniera razionale e distaccata, senza ansia né panico.
Bibliografia
https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/h/herpes-zoster
https://www.thelancet.com/journals/lanhl/article/PIIS2666-7568(22)00039-3/fulltext
https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fnins.2023.1225308/full
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7075503/
https://www.margaretamagnusson.com/books/swedish-death-cleaning
https://gcu.edu.pk/pages/gcupress/pjscp/volumes/pjscp20191-8.pdf
https://www.epicentro.iss.it/piano_prevenzione/screening_regioni